lunedì 18 febbraio 2013 Lecce, assolti cinque tifosi

Sono stati assolti i cinque tifosi del Lecce accusati di avere introdotto materiale pirotecnico nelle vicinanze dello stadio di Vicenza. La decisione del giudice monocratico del tribunale della città veneta riguarda un episodio del 23 maggio 2010, quando a Vicenza si giocava la gara con il Lecce, che avrebbe potuto sancire per i giallorossi il ritorno in serie A.
I cinque giovani (Mattia Gerardi, Giulio Sale, Jacopo Coletta, Emanuele Leo e Cristian Pinto) furono perquisiti mentre si recavano alla partita, nei pressi del casello autostradale Vicenza est, e trovati in possesso di materiale pirotecnico ritenuto fuori legge.
Ai tifosi quel giorno fu impedito di assistere alla gara della squadra del cuore e, in seguito, il questore di Vicenza applicò loro il Daspo con divieto di assistere per la durata di 5 anni, a tutte le gare di calcio della serie A, B, C1, C2 e D, a quelle della Nazionale e dell'Under 21, nonché alle gare di Coppa Italia, Coppa Uefa e Champions League (misura, allo stato, ancora in atto).
Di fronte al giudice, tuttavia, gli avvocati difensori Michele Bonsegna, Giuseppe Milli e Giuliano Fina hanno sostenuto che il materiale pirotecnico (di semplice consistenza e del genere rinvenibile in libero commercio), oltre a non essere mai stato introdotto nelle adiacenze dello stadio Menti, era stato depositato, per gli eventuali successivi festeggiamenti, in pullman parcheggiati ben lontano dai luoghi dedicati alla manifestazione sportiva. Il giudice monocratico, sposando il principio della Cassazione sul concetto di "vicinitas" ai luoghi di manifestazioni sportive, ha assolto gli imputati.
(http://bari.repubblica.it)

giovedì 13 dicembre 2012 Processo agli ultras per il derby del 2006: tutti assolti i quattordici imputati

Tutti assolti i quattordici imputati di uno dei processi a carico di altrettanti tifosi giallorossi, alcuni appartenenti agli Ultrà Lecce. Si tratta, in particolare dell'inchiesta relativa a fatti riguardanti la stagione 2006/2007 e in particolare a tre partite: Lecce-Bari, Lecce-Parma (relativa all'accensione e lancio di torce in campo con sospensione dell'incontro) e Lecce-Piacenza. I quattordici tifosi giallorossi erano accusati a vario titolo di scontri con le opposte fazioni e con le forze dell'ordine, istigazione alla disobbedienza delle leggi, accensione e lancio di torce in campo con sospensione dell'incontro, favoreggiamento e violenza privata (secondo l'accusa gli ultras, con metodi minacciosi, avrebbero intimato agli altri tifosi di abbandonare la curva). Tra le accuse contestate inizialmente, erano già cadute l'associazione a delinquere e altre che avrebbero fatto riferimento a persone che non erano presenti. Nel corso del dibattimento sono inoltre emerse alcune contraddizioni e imprecisioni da parte degli investigatori. A processo erano finiti: Andrea De Mitri, 37enne di Lecce; Marco Cannone, 36enne di Lecce; Renato Orlando, 41enne di Morciano di Leuca; Salvatore De Matteis, 34enne di Lecce; Stefano Masciullo, 46enne di San Donato di Lecce; Simone Schipa, 42enne di Lecce; Tommaso Caputo, 30enne di Zollino; Giancarlo Serio, 36enne di Surbo; Rocco Durante, 28enne di Leverano; Mirko Quarta, 33enne di Lecce; Alessandro Bosco, 29enne di Lecce; Stefano Luperto, 36enne di Lecce; Alessandro Chiriatti, 38enne di Lecce; ed Emanuele Fuso, 29enne di Lecce. Oggi, al termine di un lungo processo, il giudice Fabrizio Malagnino ha assolto tutti gli imputati al termine di una breve camera di consiglio (circa mezz'ora), sposando in pieno la tesi difensiva. In poco più di un'ora e mezza l'avvocato Giuseppe Milli (difensore di nove degli imputati) aveva, attraverso una complessa e dettagliatissima memoria difensiva interattiva, smontato punto dopo punto la tesi accusatoria. Il penalista leccese ha dimostrato, attraverso riscontri temporali, ricostruzione dei luoghi, mappe, testimonianze, analisi tecniche e riproduzioni digitali, come non vi fosse alcuna connessione tra i reati contestati e i suoi assistiti. Alcuni passaggi della memoria, raccolti in un Dvd già depositato agli atti, sono stati visionati in aula. Un'arringa difensiva cui si sono associati anche gli altri legali, gli avvocati Renata Minafra, Fabio Valenti, Massimo Franco e Nicola Caroli. "E' la vittoria di questi ragazzi che per oltre sei anni hanno subito la gogna mediatica - ha commentato l'avvocato Giuseppe Milli -. Questa sentenza rende loro giustizia, ripagando almeno in parte chi ha dovuto subire un lungo processo e il Daspo per tre anni, perdendo in alcuni casi anche il posto di lavoro".
(A. M. (www.lecceprima.it))

lunedì 25 giugno 2012 Ultrà Lecce: 34 rischiano il processo. Giudizio abbreviato per tre

LECCE - E' tornata in aula, per l'udienza preliminare, l'inchiesta che vede imputati a vario titolo 37 presunti appartenenti al gruppo denominato "Ultrà Lecce", la frangia più radicale del tifo giallorosso. Oggi è toccato al pubblico ministero, il procuratore aggiunto Ennio Cillo, esporre le accuse nei confronti degli imputati. In circa un'ora il pm ha ripercorso i vari episodi contestati. In particolare, il 16 marzo del 2008, mentre si svolgeva a Lecce un corteo non autorizzato organizzato dagli ultras giallorossi per festeggiare i "100 anni di calcio a Lecce", uno degli indagati, dopo essersi coperto il volto, avrebbe lanciato un ordigno contenente 800 grammi di esplosivo verso un fuoristrada dei carabinieri provocando un profondo squarcio al cofano e numerosi danni alle parti meccaniche, senza ferire però nessuno dei militari all'interno.
Vi sarebbero stati poi alcuni lanci di fumogeni e bombe carta in campo; le minacce agli steward e ad alcuni tifosi; la tentata aggressione ad alcuni tifosi del Torino; cori contro la polizia; e la contestazione all'ex difensore maliano del Lecce, Souleymane Diamoutene (reo di aver indossato la stagione precedente la maglia del Bari), avvenuta presso l'impianto sportivo "Colaci" di Calimera. L'operazione, scattata a fine maggio 2009, portò all'arresto di 14 ultrà del Lecce da parte della polizia, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. Sette finirono in carcere, altri sette ai domiciliari.
Dopo l'accusa è toccato agli avvocati difensori replicare. L'udienza è stata poi aggiornata al prossimo 10 ottobre per l'ultima arringa difensiva (la più complessa e articolata), quella dell'avvocato Giuseppe Milli. Il penalista ha depositato, con la collega Renata Minafra, una memoria con un elaborato tecnico che dimostrerebbe l'estraneità di un loro assistito ai fatti contestati. In quella data il gup Annalisa De Benedictis deciderà se rinviare a giudizio 34 dei 37 imputati. Il 17 ottobre, invece, sarà discusso il processo dei tre che hanno scelto il giudizio con rito abbreviato: Nicola Luciano Rizzo, Juri Palazzo e Rocco Durante.
(A. M. (www.lecceprima.it))

martedì 27 marzo 2012 Niente DASPO per nove tifosi

Annullato il DASPO a nove tifosi salentini, costretti a fare i conti da oltre un anno e mezzo con la giustizia. Il questore di Vicenza lo ha annullato accogliendo l'istanza dell'avvocato Giuseppe Milli. Il DASPO era stato emesso senza che i nove fossero stati indagati. La Cassazione aveva eliminato l'obbligo di firma rimandando al Questore la decisione sul DASPO. (a. m., Corriere del Mezzogiorno)

domenica 19 febbraio 2012 Ultras Lecce lanciano fumogeni Ferito un giocatore dilettante

Grave episodio di teppismo durante una partita di 3ª Categoria nell'antistadio del Via del Mare: colpito il portiere del Cavallino, ora in ospedale. Match sospeso
Grave episodio questa mattina al campo dell'antistadio di Lecce, dove era in corso una partita di Terza Categoria tra Stella Azzurra Lecce e Cavallino. Il portiere della formazione ospite è stato colpito da due grossi petardi, lanciati da un gruppetto di ultras del Lecce che stavano attendendo l'inizio della partita con il Siena, in programma alle 12,30 al Via del Mare, nelle immediate adiacenze del campo dell'antistadio.
Il portiere del Cavallino, Gianluca Lattante, di 31 anni, è stato trasportato in ambulanza all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, in stato di forte choc. Le condizioni dell'estremo difensore saranno valutate nelle prossime ore. La partita è stata sospesa, sull'episodio indagano gli agenti della Digos.
(Marco Errico - gazzetta.it)

martedì 18 ottobre 2011 Due fra i fermati per gli scontri

A giudicare dal suo passato, sembra un veterano dei movimenti e di un certo ambiente militante. Valerio Pascali ha già un processo alle spalle, accusato quando ancora era minorenne di aver acceso un fumogeno durante una manifestazione per la Giornata dello Studente a Lecce. E’ stato assolto, unico fra quelli fermati in quell’occasione. Sabato è stato il primo ad essere portato in carcere mentre si trovava in una traversa di via Merulana. Era in un angolo, fermo. In testa aveva un casco, per proteggersi da eventuali oggetti volanti. Nelle tasche non aveva niente, né pietre, né altri oggetti pericolosi. Tra le mani, invece, stringeva una busta di limoni da usare per combattere il bruciore dei gas lacrimogeni. Ha avuto il tempo di dare il numero della sua fidanzata ad una giornalista di passaggio che chiedeva notizie nel vedere quel giovane tra alcuni poliziotti. Ora è in carcere e nega tutto. Ha 21 anni, viene da Lecce, da un anno vive a Bologna dove studia Giurisprudenza all’Università. Negli annali della Digos è rimasta anche traccia di un episodio precedente quando secondo gli agenti faceva parte delle frange violente della tifoseria leccese. Quando è arrivato a Bologna Pascali ha continuato a frequentare gli stessi ambienti. Ha partecipato a diversi cortei e manifestazioni dei collettivi autonomi. Era in Val di Susa durante le proteste con i No Tav. «Ma non è un violento e non risulta iscritto a nessun gruppo anarchico», chiarisce il padre di Valerio, Maurizio. E’ vero di sicuro, invece, che fa militanza attiva pacifica e solidale. «Durante l'emergenza immigrazioni a Lampedusa è stato sull'isola per conto di Emergency, e questo fa capire che mio figlio non è un violento», racconta ancora.
(www.lastampa.it)

lunedì 17 ottobre 2011 Studente a Bologna, arrestato con i black bloc

Studia giurisprudenza all'Alma Mater, ma è originario di Lecce dove le forze dell'ordine lo conoscono come uno degli ultrà della squadra pugliese.

A due giorni dagli scontri di Roma (che hanno provocato danni per oltre 1 milioni di euro e 135 feriti) e mentre in tutta Italia sono in corso controlli e perquisizioni condotti dalla Digos della questura di Napoli, a Bologna giunge la notizia che uno degli studenti arrestati nella capitale è iscritto all’ateneo felsineo, facoltà di giurisprudenza. Si chiama Valerio Pascali, ha 21 anni, nato a San Pancrazio Salentino e vissuto sempre, prima dell’inizio dell’università, tra la provincia di Lecce e di Brindisi.
Sconosciuto in città dalle forze dell’ordine, pare avere precedenti segnalazioni per eccessi da tifo calcistico sempre nella capitale e nel leccese e per il lancio di materiale fumogeno. I fatti risalirebbero a tre anni fa, quando Pascali frequentava ancora l’ultimo anno di liceo e che gli costò una denuncia a piede libero. Questa mattina, intanto, ci sarà il processo per direttissima al giovane pugliese, che sarebbe vicino al Caos (Comitato autonomo organizzazione studentesca), attivo nella regione d’origine del ragazzo. A suo carico, oltre ai fatti addebitatigli nella capitale, ci sono anche le attività investigative condotte dai vice questori aggiunti Vincenzo Zingaro e Francesco Barnaba, della questura di Brindisi.
(www.ilfattoquotidiano.it)

lunedì 26 settembre 2011 Siena-Lecce, daspo in arrivo per tifoso pugliese

(Adnkronos) - Si e' svolta senza problemi di ordine pubblico la seconda gara casalinga del Siena, disputatasi ieri al Franchi. I servizi preventivi pianificati, estesi anche alle strade utilizzabili dalla tifoseria leccese, hanno scoraggiato l'arrivo allo stadio di tifosi privi di tagliando o in possesso di artifizi pirotecnici ed oggetti atti ad offendere. Gli steward, in conformita' alla normativa vigente, hanno effettuato tutte le attivita' di bonifica, accoglienza, indirizzamento, osservazione e controllo accessi nei confronti di tutti i tifosi, ospiti e locali, che hanno fatto ingresso allo stadio, previa verifica della titolarita' del biglietto. Nel corso del secondo tempo, tuttavia, un tifoso leccese, residente in Abruzzo, arrabbiato per il secondo gol del Siena, ha deciso di accanirsi contro un seggiolino del settore ospiti, scagliando un calcio che lo ha completamente distrutto. Il gesto e' stato immediatamente rilevato dal personale della Polizia Scientifica attraverso il sistema di telecamere a circuito chiuso. Dell'episodio e' stata data immediata notizia al Dirigente del servizio e al personale presente nel settore e cosi', grazie alla sinergia tra gli operatori del Gos, la Polizia Scientifica e la Squadra Tifoseria della Digos, al termine dell'incontro, nella fase di deflusso, il tifoso 36enne e' stato avvicinato da personale della Digos e da questi identificato e denunciato e segnalato per l'adozione di un Daspo.
(http://firenze.repubblica.it)

mercoledì 13 luglio 2011 Scontri dopo Torino-Lecce del 2008 - Due condanne e sei assoluzioni

Due condanne e sei assoluzioni: si è concluso così oggi, in tribunale a Torino, il processo contro otto ultras del Lecce calcio relativamente agli incidenti della partita Torino-Lecce del 31 agosto 2008. A essere condannati a una pena di otto mesi di reclusione, per essersi camuffati con passamontagna, sono stati Massimiliano Vincenti, 26 anni, e Gianluca Miggiano, 23. Anche loro, come gli altri sei imputati, sono stati però assolti dall'accusa principale di detenzione di oggetti atti a offendere con la formula ''per non avere commesso il fatto''.
Gli otto supporter giallorossi furono fermati dalla Digos in quanto ritenuti responsabili del lancio di petardi durante la gara in questione, valida per il campionato di Serie A 2008/09, e degli scontri con la tifoseria granata fuori dallo stadio Olimpico di Torino. Nell'occasione furono sequestrati anche bulloni e bombe carta.
(www.quotidianodipuglia.it)

venerdì 08 aprile 2011 Daspo di Roma, gli ultras leccesi vincono il ricorso

ROMA – Annullate sei delle ventisette diffide comminate nei confronti di ultras del Lecce all’ombra del Colosseo. I tifosi del club giallorosso ai quali era stato vietato l’accesso alle manifestazioni sportive, dopo fatti avvenuti a Roma il 30 ottobre del 2010, e che hanno vinto il ricorso presentato davanti al Tar del Lazio, potranno tornare a sedersi sugli spalti del “Via del Mare” e di altri stadi italiani. Una sentenza che potrebbe fare da apripista anche per altri. Cioè, il grosso del gruppo, composto da coloro che non hanno potuto o voluto sfilare davanti ai giudici amministrativi, per i motivi più svariati. A partire dalle spese, non proprio basse, per sostenere l’appello. Se, infatti, come sembra, i legali faranno richiesta di archiviazione al pubblico ministero, usando come “ariete” proprio l’odierna sentenza, ci sarà comunque speranza per tutti.
L’impianto accusatorio s’è incrinato, dunque. Il castello, questa mattina, è crollato davanti al Tar del Lazio. E per diversi motivi. Innanzitutto, perché alcuni fatti non sarebbero verificabili in modo così netto da poter additare i responsabili con certezza assoluta. E si parla della questione riguardante un fumogeno acceso nel corso della gara. Poi, ed è l’aspetto peculiare della sentenza, perché in altri casi non sussisterebbero, di base, le condizioni che fanno scattare la diffida, previste dalla legge 401 del 1989. Addio Daspo, dunque, anche per gli episodi contestati nei pressi della stazione Termini. Cioè, un’ipotetica interruzione di pubblico servizio ed il rallentamento del treno dovuto all’azione del freno d’emergenza.
La battaglia è stata condotta dagli avvocati Lorenzo Contucci, romano, e Giuseppe Milli, leccese, che fin dalle prime battute avevano creduto nella possibilità di fare breccia nelle menti nei giudici, portando argomentazioni piuttosto convincenti (leggi). Fra cui, diverso materiale fotografico. E devono essere state piuttosto solide, le argomentazioni, se è vero che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (presidente Linda Sandulli) ha emesso un’ordinanza che ribalta quanto stabilito in prima istanza, con le diffide firmate dal questore di Roma, Francesco Tagliente.
Gli avvocati, per ora, non anticipano molto e attendono la stampa per domani mattina. Una conferenza è stata convocata presso lo studio legale di Giuseppe Milli, proprio per illustrare i dettagli della sentenza e le prossime mosse. Ma qualcosa si può già dedurre. Per l'accensione di un fumogeno dagli spalti, rispondevano in quattro. Un atto di folklore, che, sebbene severamente vietato dalle disposizioni vigenti, continua ad essere perpetrato dalle curve di tutta Italia ogni domenica. Il materiale condotto dai legali potrebbe quindi aver convinto i giudici a ritenere che non vi sia certezza sull’autore materiale dell’accensione, né che, chi si trovasse davanti in quel momento, stesse tentando coscientemente di fare scudo con il corpo ed evitare l’identificazione a distanza.
Infine, altri rispondevano di vicende avvenute alla stazione Termini, dopo l’incontro di calcio fra Roma e Lecce. I tifosi salentini sono stati fermi a lungo dentro lo stadio Olimpico per l’identificazione, che ha riguardato novantasette di loro, e sono arrivati allo scalo ferroviario quasi a ridosso della partenza del treno per fare rientro a casa (più di qualcuno aveva lasciato l’auto parcheggiata a Frosinone). Qui, però, anche l’alt della polizia: niente convoglio senza biglietto. Qualcuno lo avrebbe fatto, altri avrebbero aggirato il blocco, salendo comunque a bordo. E sarebbe anche stato tirato il freno, per attendere gli amici rimasti a terra. Tutti fatti per i quali, si può ipotizzare, non sarebbe legittimo un Daspo.
Per l'avvocato Milli si tratta di una "clamorosa vittoria di tutta la tifoseria leccese, ingiustamente allontanata per dieci gare dalla sua squadra del cuore. E che vi sia correlazione tra i fatti di Roma ed il blocco delle trasferte imposte dall'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, non lo dice solo la logica - commenta -, ma anche il questore di Bologna, Luigi Merolla. Nella trasferta successiva, proprio a Bologna, durante una conferenza stampa, commentando il divieto di trasferta imposto dal Cams, disse che 'i tifosi leccesi sono stati puniti per i fatti gravissimi di Roma-Lecce'. Non mi sembra - conclude Milli -, leggendo le motivazioni del Tar, che i fatti siano stati gravissimi, tantomeno che potessero intergrare una fattispecie penale".
Link: il testo della sentenza
(www.lecceprima.it)