domenica 08 novembre 2015 Calabria amara

Abdou Doumbia, suo il gol a Catanzaro
Abdou Doumbia, suo il gol a Catanzaro

Come l'anno scorso a Reggio, anche quest'anno è amarissima per il Lecce la trasferta in terra calabra. Le somiglianze fra le due trasferte calabresi sono agghiaccianti: la situazione di classifica quasi disperata degli avversari, il punteggio finale e persino la successione dei gol, l'illusione del vantaggio dopo pochi minuti di gioco (allora di Moscardelli, oggi di Doumbia), la sensazione di strapotere degli ospiti salentini che si illudono di poter controllare l'incontro senza dover sudare troppo, la loro svogliatezza e supponenza che danno coraggio ai confusissimi padroni di casa al punto da sospingerli verso una rimonta clamorosa e, sebbene fortunosa, anche meritata. Simili anche le posizioni dei due allenatori: Pagliari aveva rimpiazzato Lerda da quattro turni, Braglia ha preso il posto di Asta da sole tre partite. Quella sconfitta - accompagnata da alcune dichiarazioni infelici - costò a Pagliari la panchina e segnò il definitivo tramonto delle ambizioni salentine; è fortunatamente meno critica la posizione di Braglia, grazie al punteggio pieno nelle tre partite da lui preparate e grazie anche al fatto che siamo solo alla decima giornata e la posizione in classifica del Lecce, per quanto deludente, non pregiudica ancora nessun obiettivo.
Tutte queste somiglianze, però, non possono che essere delle coincidenze, visto che nella sconfitta di oggi a Catanzaro quasi tutto è cambiato rispetto a un anno fa a Reggio: il Lecce ha ora una nuova proprietà, un nuovo direttore sportivo (e un nuovo consulente tecnico), tre allenatori si sono avvicendati sulla sua panchina e solo due giocatori della figuraccia reggina della scorsa stagione (Lepore e Moscardelli - per altro fra i più volenterosi) hanno partecipato alla odierna figuraccia catanzarese. Eppure - nonostante la ragione ci dica che non è così - è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che a Lecce tutto sia cambiato, ma che troppi problemi siano stati ereditati dall'anno scorso senza riuscire a risolverli. A spazzare via questa brutta impressione dovrà pensare Braglia (magari insieme al Direttore Sportivo), facendo capire ai suoi giocatori che "avere un po' di tecnica non basta ad andare lontano" - come ha dichiarato stasera in sala stampa - e che senza una maggiore determinazione e un maggiore spirito di sacrificio anche il prossimo incontro con il lanciatissimo Cosenza non potrà che finire come quello dello scorso finale di campionato.