giovedì 12 novembre 2015 Un buon auspicio

Il nuovo presidente, Enrico Tundo
Il nuovo presidente, Enrico Tundo

Visto il largo turn-over a cui hanno fatto ricorso i due allenatori, la vittoria del Lecce ieri a Cosenza nei sedicesimi di Coppa Italia di Lega Pro non può dare indicazioni significative per il confronto fra le due squadre che si ripeterà domenica nel Salento, e che metterà in palio tre importanti punti per il campionato. Costituisce però una piccola iniezione di fiducia dopo la brutta battuta di arresto di domenica a Catanzaro, e - per quello che può valere - un buon auspicio per il futuro della nuova società, visto che quello di Cosenza è stato il primo impegno ufficiale dopo il passaggio delle quote societarie dalla famiglia Tesoro alla cordata di imprenditori rappresentata da Severio Sticchi Damiani, avvenuto - dopo molti rinvii - lunedì scorso. Il nuovo presidente, nonchè socio di maggioranza, Enrico Tundo ha dunque potuto godere della prima vittoria del "suo" Lecce, arrivata grazie a tre gol sugli sviluppi di altrettanti calci d'angolo, girati in rete da Abruzzese, Diop (e, dopo la portentosa respinta di Saracco, ribadito da Carrozza) e Vecsei. Nel mezzo c'era stato il temporaneo pareggio di Criaco, che fra qualche anno potrà orgogliosamente far vedere ai nipotini il controllo di tacco con il quale ha addomesticato un lancio proveniente dalla sua metà campo, il susseguente tocco di coscia e il tiro di esterno - tutti al volo! - grazie ai quali ha battuto Max Benassi.
Volendo proprio guardare al match di ieri con un occhio rivolto a quello di domenica, sembrerebbe che il tema dell'incontro sarà la sincronia con la quale i difensori del Lecce "saliranno" per mettere in fuori gioco i veloci attaccanti cosentini sui tanti lanci che cercano di innescarli direttamente dalle retrovie. Ieri l'operazione ha funzionato benissimo nel primo tempo, quando praticamente tutte le azioni dei padroni di casa si sono concluse a causa della bandierina alzata del guardalinee; qualche preoccupazione in più è nata nel secondo tempo - forse per un calo della pressione esercitata dal centrocampo giallorosso - quando gli attaccanti calabresi per almeno tre volte (oltre a quella conclusa da Criaco) hanno potuto presentarsi davanti a Benassi, per fortuna con non molta precisione al tiro.