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domenica 19 marzo 2017 Nessun alibi
Fosse stata una partita di baseball l'arbitro l'avrebbe interrotta al 52': manifesta inferiorità. Invece era calcio, Foggia-Lecce, e gli 800 tifosi leccesi presenti allo Zaccaria hanno dovuto soffrire per tutti e 90 i minuti regolamentari, più qualcuno di recupero. Il processo invece si è aperto ben prima, già intorno alla mezz'ora del primo tempo, quando Mazzeo e Coletti hanno sferrato l'uno-due che ha di fatto messo KO il Lecce. L'imputato naturalmente è Pasquale Padalino, formalmente accusato di abuso di 4-3-3 e - visti i suoi natali e l'aplomb perfettamente mantenuto anche dopo la disfatta - sospettato di intelligenza col nemico in associazione con il conterraneo Agostinone. Nessun alibi, a meno che non si reputi rilevante la dichiarazione di Saverio Sticchi Damiani: "sino alle 14:45 eravamo a un punto di distanza dal Foggia". Unica attenuante - non trascurabile - sono i 61 punti che sembrerebbero garantire al Lecce almeno il secondo posto, utile in previsione dei play off. Padalino però non ammette la propria colpa e, lungi dall'appellarsi alla clemenza della corte, la irrita con le dichiarazioni del dopo partita ("è un KO che ci può stare" avrebbe dichiarato in conferenza stampa). La giuria popolare si è riunita questa sera stessa al Foro Boario, dove molti tifosi hanno atteso il ritorno della squadra da Foggia: "Padalino vattene" è stata la sentenza, pronunciata al cospetto del ds Meluso e dei frastornati Cosenza e Giosa. Il verdetto però verrà emesso in setimana in via Costadura. Non vorremmo essere nei panni dei giudici.