domenica 30 aprile 2017 Il ritorno di Roby-gol

Un vecchio striscione dedicato a Roberto Rizzo
Un vecchio striscione dedicato a Roberto Rizzo

Quindici giorni fa, dopo il pareggio di Matera, Meluso aveva tirato in ballo l'Italia "mondiale" dell'82 per giustificare la sua volontà di affrontare i play off con Padalino, nonostante il succedersi di prestazioni sempre meno incoraggianti; una settimana fa, alla luce dell'imbarazzante sconfitta interna col Messina, il DS salentino si era finalmente reso conto che Padalino non era Bearzot e che anche all'ottimismo si poteva mettere un limite; oggi Roberto Rizzo ha preso posto sulla panchina giallorossa a quasi 11 anni dalla sua ultima esperienza come allenatore del Lecce.
La missione quasi impossibile affidata a Roby-gol, vecchia "bandiera" del Lecce, è quella di dare a questa squadra, in poche settimane, un'organizzazione e una solidità che Padalino non è riuscito a raggiungere al termine di un'intera stagione. Per far questo il nuovo allenatore del Lecce deve anche superare alcuni limiti della rosa a sua disposizione, con un ridotto assortimento in difesa e una scarsa inclinazione allo schema - il 4-3-3 - ostinatamente proposto da Padalino.
Con questi limiti Rizzo ha dovuto fare i conti sin da oggi: con il 4-3-3 ereditato dal suo predecessore e un Ciancio adattato a centrale per l'indisponibilità di Giosa e Cosenza, i difensori del Lecce hanno ben presto cominciato a inseguire affannosamente attaccanti campani lanciati in velocità da centrocampisti sempre troppo liberi di ragionare. Il gol di Firenze al 7' e il doppio cartellino giallo rimediato da Drudi dopo soli 24' sono stati solo i sintomi più evidenti di una difficoltà che avrebbe potuto concretizzarsi ben più pesantemente se Perucchini non si fosse opposto con decisione (e, nel caso di un'uscita su Firenze, con la benevolenza dell'arbitro) alle folate avversarie.
Una partita giocata per quasi 70' in inferiorità numerica e senza difensori centrali di ruolo non può certo essere indicativa delle varianti tattiche che Rizzo intende apportare, anche se l'impiego di Lepore come terzino e una certa velocizzazione del gioco rispetto alla lentezza "padaliniana" non sembrano destinati a essere episodici. A fine partita il tecnico salentino ha lodato l'impegno e la condizione fisica dei suoi che, pur con un uomo in meno, hanno saputo portare diversi pericoli alla porta avversaria e raggiungere il pareggio a un quarto d'ora dalla fine grazie a una prodezza balistica di Doumbia. Forse è un po' poco per cominciare a sognare play off con gesta come quelle di Paolo Rossi e Tardelli ai mondiali spagnoli, ma Robertino Rizzo ha ancora il test con l'Andria e venti giorni di tempo per lavorarci.