domenica 01 ottobre 2017 Segnali positivi

La festa dopo il terzo gol al Bisceglie
La festa dopo il terzo gol al Bisceglie

Il Lecce batte il Bisceglie, come ci si attendeva, e lo fa ancora una volta con una buona prestazione del reparto avanzato e con un risultato netto che in parte maschera alcune incertezze e il ripetersi di errori tutto sommato evitabili.
I giallorossi partono con convinzione e buone trame anche nella prima di Liverani al Via del Mare. Il centrocampo, con Costa Ferreira che sostituisce Mancosu nel ruolo di raccordo con le punte, appare equilibrato e propositivo anche grazie al dinamismo di Tsonev e all’ottima giornata di Arrigoni. In avanti Caturano e Torromino confermano la brillantezza che il nuovo assetto tattico sembra aver loro restituito. Il Lecce si presenta così più volte davanti al portiere ospite sfiorando in alcune occasioni la rete. La storia della partita è però un po’ diversa rispetto a quella di sette giorni addietro perché di fronte c’è un Bisceglie molto tecnico, bravo ad occupare tutti gli spazi del campo e con le idee chiare nella circolazione di palla. Brillano sul fronte avversario, per sagacia tecnica e visione di gioco il capitano Petta e Giron, per dinamismo e aggressività le giovani punte Jovanovic e Delic, che creano qualche problema al reparto arretrato del Lecce e sin dai primi minuti ricordano come la partita sia in realtà più aperta di quanto non dicano le differenze di rango.
Il Lecce ritrova al 32’ del primo tempo il suo goleador Sasà Caturano, finalmente al posto giusto al momento giusto e reattivo nel correggere in rete un cross basso dalla destra di Armellino. Ad inizio ripresa la partita sembra addirittura in discesa grazie ad una splendida verticalizzazione di Torromino che manda in goal Costa Ferreira, pescandolo in modo perfetto nel cuore dell’area di rigore avversaria. Il Lecce deve però subire il ritorno volitivo del Bisceglie, oltre ai agli ormai noti balbettii difensivi, e prende gol al 49’ del neoentrato Risolo, bravo a ribadire in rete una respinta di Perucchini, nell’occasione poco assistito dai suoi compagni di reparto. Il Via del Mare sembra poi piombare nell’incubo quando il Bisceglie trova il gol del pareggio, fortunatamente viziato da fuorigioco, ma anche in questo caso ampiamente favorito dal calo di tensione della difesa leccese. Matteo Di Piazza, da poco subentrato a Torromino. svolge in questo caso il prezioso ruolo di defibrillatore per gli 8000 presenti sugli spalti poiché alla prima occasione utile sigla il terzo gol che chiude la partita e, ancora una volta, ribadisce l’importanza di un attaccante “di lotta e di potenza” come giorno dopo giorno si rivela essere l’ex foggiano.
A due giorni dal turno infrasettimanale la squadra è apparsa sicuramente in crescita e ha offerto, nel bene e nel male, alcune conferme: la prima, positiva, riguarda la coerenza tra sistema di gioco e qualità dei singoli, che sembra in questo momento il vero valore aggiunto apportato dalla gestione Liverani; la seconda, meno lieta, il persistere di “buchi neri” difensivi, in un reparto, come da tempo si sa, dotato di esperienza, purtroppo, in misura superiore al dinamismo. La vittoria del Lecce è comunque importante perché conseguita di fronte ad una squadra che ha ben giocato a calcio lasciando giocare. ma che a sua volta ha certamente nel reparto arretrato il suo punto debole. Va d’altra parte valutata con cautela, perché ha evidenziato con maggiore chiarezza le poche criticità su cui ancora occorre lavorare. Per parte sua Mister Liverani, arrivato al Lecce in condizioni di emergenza e con un curriculum ancora tutto da scrivere, si fa apprezzare non solo per il carattere che sembra infondere alla squadra ma anche per la capacità di mandare segnali forti al di là delle dichiarazioni di facciata. È un segnale importante la scelta di sfruttare al massimo il ventaglio e la varietà della rosa e di gettare in prima linea i giovani di cui il Lecce dispone: oltre a Tsonev, ormai più di una conferma, sia Magelaitis che Dubickas hanno risposto in modo positivo alla chiamata dell’allenatore. E’ inoltre un segnale altrettanto importante la duttilità con cui la squadra modifica il modulo nel corso della partita, quando le circostanze lo richiedono, senza far perdere qualità ed efficacia ai singoli interpreti: al momento è questo il dato oggettivo, al di là delle dichiarazioni della sala stampa. Segnali di fumo, quindi, positivi, anzi, più segnali “di arrosto”. Ci dicono come ancora ci sia da lavorare, con pazienza e con i piedi per terra, ma anche che la materia prima su cui farlo è di prim’ordine per la categoria.

(o-w.k.)