sabato 30 dicembre 2017 Via col vento

Due punti volati via. Alla vigilia di uno dei due incontri cruciali di questa fase del campionato sarebbe stato presuntuoso avere la certezza di sbancare Trapani. Al fischio finale resta però la delusione di non aver capitalizzato tante occasioni e una superiorità di gioco che a tratti sono sembrati evidenti e, in definitiva, la sottile amarezza di aver perso una opportunità.
Si affrontano due squadre che sono certamente le migliori del girone per struttura, qualità della rosa e per impianto di gioco, e sin dai primi minuti e per tutto il match danno chiaramente l’impressione di giocare un calcio di altra categoria. Il Lecce trova subito al 5’ l’affondo vincente con uno dei colpi del repertorio di Mancosu: improvviso e potente tiro da fuori che si insacca nel sette alla destra del portiere avversario. I giallorossi hanno quindi la grande chance da subito di giocare in discesa su un campo insidioso; e subito dopo il goal mostrano di giocare con autorità e buona disposizione in campo e fino a dare l’impressione di avere in mano saldamente le redini della restante parte del loro campionato. Con il passare dei minuti tuttavia qualcosa cambia: la squadra arretra, consapevolmente, per aspettare l‘avversario, comunque senza perdere geometria e raziocinio, ma soprattutto rinuncia a colpire come altre volte è accaduto proprio nel momento in cui l’avversario mostra di avere maggior fragilità. Farlo con il Trapani può essere molto rischioso, e infatti la squadra di Calori, prima spaesata, prende campo, ritrova forza e convinzione con fraseggi veloci e efficacia sulle fasce, dove il gioco trapanese è da sempre più produttivo, ma senza mai mettere in difficoltà la difesa leccese oggi quasi interamente impeccabile. I giallorossi per parte loro rispondono bene, riuscendo a salire e a creare pericoli quando decidono di giocare da capolista, con le sole eccezioni di Caturano (oggi impalpabile e lagnoso a ogni contrasto) e Costa Ferreira, forse vittima della crapula natalizia. Tutto bene e partita godibile, con un arbitro di personalità e finalmente all’altezza che la fa ben giocare: fino al momento in cui il Lecce apre il vaso di Pandora e si confeziona al 34’ la frittata. Lancio dalla sinistra di Bastoni che arriva a mezza altezza al limite dell’area leccese, innaturalmente, pare, sospinto dai venti di libeccio. Due centrali beffati dalla rapidità di Murano. Un portiere che si avventura in una zona dell’area di rigore dove non dovrebbe quasi mai trovarsi in quel tipo di azioni. E la punta trapanese può depositare in porta il pallone del pareggio.
Nella ripresa, con il risultato ritornato in equilibrio, la partita diventa molto bella e accesa. Il Trapani prova a colpire con Evacuo e ancora con Murano, sfruttando la sua maggior forza di spinta sulle fasce e soprattutto il dinamismo di Marras sul lato destro del suo schieramento, ma in qualche caso manca di precisione e in un paio di situazioni trova l’ottima risposta di Perucchini. Ma è il Lecce che sale di tono, e che ritrova solidità e forza nel clima della battaglia; prova più volte a colpire con le sue punte, facendo valere inventiva e doti tecniche del suo centrocampo, con Mancosu e soprattutto Tsonev in gran spolvero. Così prima Persano, subentrato a Caturano, di testa (al 75’), poi Torromino all’82’ e al 92’ hanno l’occasione per chiudere la partita e sancire la ritrovata superiorità leccese ma trovano sempre interventi fondamentali da parte di Furlan.
Si chiude con un pareggio, giusto solo perché punisce una leggerezza che macchia una prestazione maiuscola. Buona la coralità della squadra e l’apporto tecnico e agonistico dei singoli, con una menzione particolare in difesa per Cosenza, razionali e tempestivi gli interventi di Liverani sui cambi, efficaci anche il contributo e i movimenti di Torromino e Persano, che pure avrebbero potuto regalarsi grandi soddisfazioni con un po’ di lucidità in più. C’è comunque di che essere soddisfatti per aver portato a casa un risultato positivo di fronte a un ottimo avversario; un risultato che offre a squadra e società un mese per lavorare con serenità ai nostri futuri, prossimi e meno.

(o-w.k.)