giovedì 01 novembre 2018 Con il coltello tra i denti

Il match-winner, Lorenzo Venuti
Il match-winner, Lorenzo Venuti

Tra Lecce e Crotone è stata partita bella e sofferta, che alla fine ha premiato i giallorossi per aver saputo soffrire di più, per averci creduto e aver giocato con più rabbia. Una partita "color seppia", virata dei colori delle partite di un tempo, quando l'agonismo e la volontà di vincere erano più forti e importanti della tecnica e la curva faceva letteralmente volare gli undici in campo e li spingeva fino al traguardo.
Si confrontano al Via de Mare due squadre diverse ma entrambi piacevoli a vedersi: il Crotone, ricco di molte individualità e di tecnica ereditate dalla serie superiore (Stoian e Firenze su tutti), ma piuttosto incerto in difesa e con poche soluzioni offensive fatta eccezione per Simy al centro dell'area avversaria, forte fisicamente ma non proprio un esempio di genio calcistico. Il Lecce schiera dal primo minuto Venuti sulla fascia e Palombi ad affiancare La Mantia e propone il suo gioco fatto di agonismo e di scambi veloci.
La partita è piacevole poiché entrambe le squadre mostrano, sia pure con un atteggiamento diverso, di voler prevalere e di giocare per i tre punti. Il Crotone mostra una superiore tecnica e una manovra ragionata, con Stoian a dettare i tempi e Firenze e Simy a finalizzare. La punta calabrese si rende pericolosa con un colpo di testa già al 4', bloccato a terra da Vigorito, e in più occasioni prevale a centro dell'area leccese nel gioco aereo pur senza particolare efficacia. Il Lecce, per parte sua, cresce dal quarto d'ora in avanti con le consuete trame di gioco, ormai da qualche giornata ben riconoscibili, e si rende pericoloso in prevalenza con scambi rapidi palla a terra. I maggiori ritmi della manovra e la pressione esercitata sugli ospiti portano al goal, fortuito ma cercato, di Venuti che al 36', innescato da Tabanelli sulla destra, entra in area e lascia partire un tiro deviato nella sua porta da Golemic.
Subìto il goal il Crotone si fa pericoloso già nella parte finale del tempo con un tiro a giro dalla destra di Rohden, ancora ben respinto dal portiere giallorosso, e ricomincia a premere ad inizio ripresa. Il secondo tempo offre una divertente girandola di occasioni da entrambi le parti, con le difese in qualche caso non impeccabili, tra le quali spiccano al 66' una splendida rovesciata di Calderoni in area crotonese con miracolosa risposta di Cordier, e un palo di Palombi all'88'. Il Lecce questa volta stringe i denti e si batte con determinazione per evitare di scivolare sull'ultimo rettilineo; Liverani teleguida la squadra dalla sua area tecnica senza risparmiarsi, sceglie bene anche tempi e modi dei cambi e la partita si chiude senza sorprese dopo 4 minuti di recupero.
Dopo Verona e Benevento il Lecce ferma anche un'altra delle pretendenti alla promozione, una squadra di sicura qualità sebbene frenata da un gioco poco produttivo e dai traumi dell'annunciato cambio di guida tecnica (Oddo per Stroppa). Lo fa con le sue qualità, la corsa, la velocità e quando possibile molta densità nelle diverse aree del campo, e con un Tabanelli protagonista assoluto. La squadra di Liverani entusiasma il popolo del Via del Mare per risultati e personalità, e prosegue con occhi e testa al primo obiettivo della stagione (la salvezza), ma intanto scala la zona playoff, facendosi strada con il coltello tra i denti, con un po' di fortuna e spesso a colpi di machete.

(o-w.k.)