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domenica 11 febbraio 2018 Ogni maledetta domenica
Vincere non è mai facile in questa categoria. Non è facile quando una squadra come il Lecce è costretta a giocare su campi di dimensioni molto ridotte e talvolta malmessi; non è facile perché le avversarie attendono i più blasonati giallorossi per fare la partita della vita; non è facile perché spesso, anche per le condizioni ambientali i valori si livellano e, di conseguenza, non fa grande differenza affrontare una delle prime della classe o una squadra tra le ultime in classifica.
Ecco perché la vittoria di Bisceglie, la prima nei derby di terza serie quest’anno, è per se stessa un ottimo risultato, al di là dei due punti guadagnati in classifica sul Catania, fermato in casa dal Cosenza.
Mister Liverani ha evidenziato nel dopo partita, non senza qualche ragione, come gli avversari abbiano scelto di attendere il Lecce, e di infoltire di centrocampisti la propria metà campo; il Bisceglie si è comunque rivelata una squadra di buona caratura tecnica, con una propria identità e ben poco traumatizzata dalle vicende tecniche che l'avevano caratterizzata in settimana.
Il primo tempo della partita è così risultato abbastanza vivace anche se non spettacolare. Il Lecce ha cominciato bene e ha impegnato il portiere avversario con un paio di incursioni che hanno visto, tra gli altri Di Matteo andare molto vicino al gol. Nella parte centrale del tempo sono però cresciuti i padroni di casa che hanno impensierito più volte Perucchini, con tiri pericolosi al 17’ e al 15’, ma soprattutto mostrando una buona capacità di arrivare a ridosso della porta leccese con un gioco di prima e schemi efficaci.
Il tempo si è chiuso con il Lecce nuovamente padrone del gioco che dal 25’ ha costretto il Bisceglie nella propria metà campo senza tuttavia significativi risultati.
Nella ripresa Torromino sblocca il risultato già al primo minuto, arrivando a tu per tu con Crispino grazie a una verticalizzazione sul filo del fuorigioco e incrociando in rete con un tiro secco alla destra del portiere. Il Lecce non riesce però a chiudere immediatamente la partita e subisce il ritorno del Bisceglie con Iavanovic e Markic che al 54’ trova il varco giusto in una confusa ammucchiata d'area e supera Perucchini.
Liverani modifica qualcosa nell'assetto della squadra e il Lecce riprende a costruire gioco in modo più convinto sia pure in spazi molto stretti e con qualche difficoltà. L'inserimento di Costa Ferreira al posto di Tsonev e di Di Piazza per Torromino danno spinta ai giallorossi che chiudono gli avversari nella loro metà campo e riescono con i nuovi entrati e con Mancosu a creare alcune interessanti occasioni da gol fino ad arrivare al raddoppio con Saraniti, bravo a farsi trovare al posto giusto dopo alcuni rimpalli in area e a battere a botta sicura alle spalle di Crispino.
Il Lecce legittima il vantaggio con alcune altre incursioni nella parte finale del tempo, tra le quali va citata la traversa colpita da Di Piazza, ma deve subire, con qualche affanno, il ritorno rabbioso del Bisceglie che più volte tenta di raggiungere il pareggio sfruttando i quattro minuti di recupero concessi dall'arbitro. Questa volta tuttavia trova sulla sua strada un Perucchini veramente impeccabile che blinda il risultato con un paio di interventi di categoria superiore.
Il Lecce porta a casa tre punti sostanzialmente meritati non tanto per le occasioni create quanto per la determinazione e l’equilibrio con cui è tornato a cercare il vantaggio dopo aver subito il pareggio: la speranza è che in futuro mostri le stesse qualità nel provare a chiudere le partite, forte dell’esperienza maturata contro le cosiddette comprimarie. Due le note positive dalla trasferta: in primo luogo la risposta del gruppo che si mostra capace di far fronte ad assenze come quelle di Cosenza e Lepore con Ciancio e, soprattutto un insuperabile Riccardi. Non meno importante, il valore aggiunto di mister Liverani, che oltre a curare la regia delle partite ne è quasi interprete, deciso e razionale nelle scelte e nei cambi così come nel difendere i suoi ragazzi talvolta al di là dei loro, comunque importanti, meriti.
Stringere i denti e pedalare, andare avanti un centimetro alla volta, con fiducia, senza guardare troppo indietro – quattro o sei punti di vantaggio sul Catania non fanno poi una grande differenza – e senza cali di tensione. Sembra questo lo slogan appreso e sussurrato ogni domenica sera.