Tabellino della partita

24/06/1967, ore 18:00 - Lecce, stadio Via del Mare
Amichevole
Lecce 1Santos 5
Presenti 20.000 spettatori. Il Lecce è così schierato dal nuovo allenatore Seghedoni: Bottoni (dal 81' Candido), Vezzani (dall'84' Cartisano), Pavoni (dall'80' Carrozzo); Melideo, Lucci (dall'84' De Carlo), Comola (poi Trevisan); Taiano (dal 71' Viva), Sacchella (dal 66' Donadei), Mammì (dal 55' Busilacchi), Bersellini (dall'84' Lentini), Mellina. "[...] alle sei di sera del 24 giugno 1967. La mitica squadra del Santos di Pelé sta svolgendo un tour in Italia, e il gagliardissimo presidente del Lecce, Marcello Indraccolo, fa due telefonate agli amici che contano per far scendere nel Salento il già due volte campione del mondo di calcio. Ottima idea per reinaugurare il nuovo stadio del Lecce, dopo la partita, un anno prima ma passata un po’ in sordina, contro lo Spartak Mosca [...]
Il Santos andò in vantaggio al 24esimo del primo tempo, con Pelé, naturalmente, pronto a “schiacciare la palla di testa nell’angolo basso di Bottoni”, scrive Elio Donno, figura mitica del giornalismo leccese, sul Corriere dello Sport dell’epoca. Quel gol è l’essenza stessa di Pelé, il quale si solleva un metro e mezzo da terra e, in posa plastica, quasi restando immobile nell’aria, colpisce di testa. “Si era sull’1 a 1, dopo un gol di Mammì che aveva sfruttato un perfetto traversone di Mellina”, e la cronaca di Donno lascia spazio solo al Santos, alla tripletta di Pelé, e alla formazione brasiliana che si impone per 5 a 1.
[...] Ezio Candido, il portiere di riserva del Lecce, entrato, a soli diciott’anni, nell’ultima mezz’ora della ripresa. “Giusto il tempo di parare una punizione velenosissima di Pepe, l’ala sinistra del Santos e della nazionale brasiliana, con il pallone che mi rimase appiccicato sulla maglia di lana, lasciandomi l’impronta”, ricorda Candido, per anni team manager del Lecce, rievocando un calcio che non esiste più. “La preparazione all’incontro col Santos? Loro fecero una sgambata nel campetto del presidente, mentre noi andammo a piedi dallo stadio alla spiaggia, alla pineta di san Cataldo, praticamente una corsetta a passo lento di sette chilometri [...] No, non credo che qualcuno conservi la maglia di Pelé: mezzo secolo fa non c’era neppure il nome dietro la maglia, e non bisognava sprecare neppure una divisa”, conclude l’ex portiere, presente con il suo Lecce e il Santos al completo alla cena post partita a base di fave e cicoria, e ciceri e tria. Mentre Pelé, sorridendo a tutti per le foto di rito, si sentiva finalmente libero dalla marcatura a uomo di Salvatore Donadeo." (Peppe Aquaro - http://www.corriere.it)