Tabellino della partita

15/05/2011, ore 15:00 - Bari, stadio San Nicola
37° giornata del Campionato di Serie A 2010/2011
Bari 0Lecce 2
Gillet
Rossi
Parisi
Belmonte
Masiello
Gazzi
Bentivoglio
Romero
Kopunek
Donati
Huseklepp
Rosati
Tomovic
Gustavo
Fabiano
Mesbah
Bertolacci
Giacomazzi
Vives
Olivera
Jeda
Di Michele
All.: MuttiAll.: De Canio
Eventi:
32' Sostituzione Alvarez per Romero
34' Sostituzione Munari per Bertolacci
40' Sostituzione Brivio per Olivera
52' Gol Jeda
54' Sostituzione Grandolfo per Kopunek
61' Sostituzione Rivas per Parisi
80' Autogol Masiello [aut.]
82' Sostituzione Coppola per Di Michele
Ammonizione Parisi
Ammonizione Tomovic
Arbitro: Morganti di Ascoli
Note:
Cronaca:
"Il Lecce mette a segno un doppio colpo al San Nicola: vince il derby con il Bari e conquista la salvezza. Il successo dell’undici di Luigi De Canio è il risultato di una condotta di gara accorta, equilibrata e della grande concretezza in fase di finalizzazione dell’attacco salentino che, con 44 gol segnati, ha controbilanciato la debolezza della retroguardia, la più battuta della categoria (62 reti subite). Sul risultato finale, però, pesa anche il rigore non assegnato da Morganti per un fallo di mani in area netto di Gustavo sullo 0-1, nonostante le forti proteste dei baresi. Oltre al penalty avrebbe dovuto esserci anche l'espulsione del difensore e la partita avrebbe potuto prendere una strada diversa.
Il Bari, invece, si congeda dalla massima serie con una prestazione dai due volti: nel primo tempo ha subito la maggiore aggressività degli avversari rispondendo con una buona tenuta fisica del centrocampo; nella ripresa il gol di Jeda ha polverizzato le residue resistenze ed il raddoppio è venuto fisiologicamente a causa degli spazi concessi ai salentini in contropiede.
La piazza sportiva barese ha poi 'sfogato' la delusione lasciandosi andare ad atti incivili: un teppista ha lanciato quasi indisturbato un petardo nel settore ospiti occupato dai tifosi del Lecce e nel finale alcune centinaia di ultrà dalla curva nord hanno invaso il settore attiguo, la tribuna est, dando vita ad un contatto con le forze dell’ordine schierate a difesa della curva ospiti.
Il Bari nel primo tempo ha riproposto la consueta formula della gestione Mutti, con Bentivoglio suggeritore per le due punte esterne Huseklepp e Romero, mentre il Lecce ha risposto con Jeda e Di Michele di punta e Bertolacci libero di incunearsi tra le linee. Nella prima frazione De Canio ha avvicendato il giovane fantasista Bertolacci ed Olivera (uscito in barella per una distorsione al ginocchio destro) ed ha inserito Munari e Brivio, avanzando Mesbah ed ottenendo nel complesso uno schieramento ancora più efficace in fase di interdizione.
Nella prima frazione i salentini hanno avuto sempre il pallino del gioco, sfiorando il gol del vantaggio con Jeda, Mesbah e Di Michele, mentre il Bari ha creato qualche apprensione a Rosati con dei traversoni di Parisi non finalizzati.
Nella ripresa la svolta è arrivata al 7': Jeda ha deviato di testa in solitudine un cross da calcio d’angolo. Mutti ha provato a cambiare volto alla squadra con l’ingresso del centravanti Grandolfo (cannoniere della Primavera) e proprio una girata del giovane talento all’11' è finita sul braccio aperto di Gustavo, a pochi metri dalla porta, ma l’arbitro non ha sanzionato il fallo con il rigore. Alla mezzora sempre Grandolfo ha girato di destro un assist di Bentivoglio.
Nel finale il Lecce avrebbe potuto dilagare: prima Gillet ha deviato una conclusione a volo di Di Michele e nell’azione successiva, con un rapido passaggio di palla da sinistra a destra tra Mesbah e Di Michele, Jeda è arrivato al tiro, ha sferrato un diagonale deviato nella rete di Gillet da Andrea Masiello. La sfida è finita sostanzialmente qui, mentre dalla curva nord l’esplosione di decine di petardi costringeva Morganti a sospendere la gara per un paio di minuti: un pessimo modo per il pubblico di Bari di congedarsi dalla massima serie. Al fischio finale è iniziata invece la festa del Lecce, con i giocatori salentini corsi sotto la curva sud a raccogliere gli applausi dei propri sostenitori." (lagazzettadelmezzogiorno.it)