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Gli investimenti diretti esteri (IDE) sono capitale straniero che non entra gratis, ma che vuole essere remunerato (trasferendo ricchezze dal locale verso l'estero). Nella bilancia dei pagamenti questa forma di investimento è vista infatti come una passività, e non solo perché un asset locale viene acquisito da un investitore estero (patrimonio locale comperato da uno straniero), ma anche perché i profitti si spostano dal locale verso l'estero. Quindi, se l'uscita di De Picciotto è stata a suo tempo a mio giudizio una cosa positiva (anche se non per le ragioni cavalcate dai più, ma proprio per il fatto che un investitore estero pesante aveva ritenuto in quel momento di mollare un asset locale, considerandolo non già meno remunerativo, ma piuttosto ed evidentemente assai più oneroso da acquisire di quanto avesse ipotizzato all'origine), prospettare l'ingresso di nuovi IDE non mi pare una soluzione utile ad ottimizzazione delle risorse. Il fatto che lo abbiano fatto altre società calcistiche italiane non mi sembra una argomentazione di robusto supporto, non fosse altro che quelle società non mi sembra proprio che se la passino benissimo, al di là delle posizioni di classifica nel nostro campionato, essendo divenute preda di fondi speculativi. Insomma, il discorso del Presidente è stato eccellente da tutti i punti di vista, tranne questo particolare aspetto dell'accenno ai possibili arrivi di nuovi investimenti esteri (sempre che abbia ben compreso le parole riferite dalla stampa). Continuiamo a seguire, invece, con convinzione la politica delle idee e dei conti in ordine: non sveniamoci per inseguire vecchie carcasse dai contratti onerosi e scommettiamo su ragazzi e calciatori di età inferiore a 26-27 anni mai valorizzati ancorchè in possesso di margini di crescita. È la ricetta che ci ha portato con successo al punto in cui siamo. È il valore aggiunto di una società sana, perché fatta di persone sane, integerrime e in prevalenza locali. Se lo stadio deve essere rifatto anche con l'arrivo di capitali privati, mi auguro che quei capitali siano, se non locali, almeno non esteri. Ma qui mi fermo, altrimenti tracimo sul politico e sul perché uno Stadio che è di proprietà di tutti debba ricorrere ad investitori privati (ossia debba essere ceduto, sia pure in parte ad acquirenti privati) per rifarsi il look in sicurezza, secondo logiche di governo economico tipicamente liberiste care all'attuale Sindaco e non solo.