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In tutti questi anni di calcio, dalla A alla B, alla C, e viceversa, un minimo comune denominatore mi ha travolto l' animo. Vedere il Lecce affrontare l'avversario con la determinazione, la grinta, la cattiveria agonistica di calciatori che la maglia l' hanno sudata e amata. Salto nella storia a casaccio, citando alcuni, dimenticando i più. Lorieri, Terraneo, Lorusso, Pezzella, Enzo, Viali, Benedetti, Baroni, Moriero, Conticchio, Tonetto, Barbas Pasculli Vanoli Stovini, Chevanton, Vugrinec, Vucinic, Lucarelli, Konan, Umtiti e tutti quelli che avete amato e che ho dimenticato. Calciatori che hanno fatto la storia del Lecce, portando a vittorie o salvezze insperate, che hanno regalato emozioni difficili da raccontare. Cito, ovviamente, 2 vittorie: a Milano, contro l' Inter, gol di Vugrinec, Torino, contro la Juve. Quel tipo di gare fatte di tanto sacrificio e sofferenza nelle quali il Lecce non è indietreggiato di un passo, senza cedere sapendo soffrire e giocare da squadra. Il Lecce cullu sangu all' ecchi, che non molla mai. Ieri, per 60 minuti, colpa di un calcio incomprensibile (che non si fida del giudizio arbitrale live e si affida ad un fermo immagine) abbiamo giocato in 10 contro 11. Ieri ho rivisto il Lecce che amo di più. Sofferenza, sacrificio, giocate da campioni: abbiamo concesso al Cagliari qualche occasione? Certo che si, ma dalla nostra c'è stato quel quid in più ( esordio straordinario di Guilbert, Ramadani che va verso la sontuosità fatta centrocampista, Falcone miracoloso) e un po' di cul@, perché la fortuna non sempre basta. La squadra più bella del mondo. Che volete di più?

purpetta®