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Veniamo da due settimane in cui tutto il mondo sportivo, non solo dal Regno Unito ma anche dal Washington Post di New York, hanno parlato del nostro Lecce per via del suo calciatore Dorgu e dell'interesse del Manchester United. Tra l'altro, gli inglesi hanno analizzato ogni minimo dettaglio del nostro campioncino (altro che "gli abbiamo dato il bidone" sparato dai numbalisti di periferia nostrani), dal peso, all'altezza, alle posizioni in campo, per finire allo stato di salute di tutta la sua carriera. Tornando al nostro orticello, veniamo da ben tre vittorie su quattro contro dirette concorrenti, per giunta fuori casa (mi spiace pensare che Bonifazi sia stato tagliato per la sua prestazione di Cagliari), Venezia, Empoli e Parma, offriamo un bel gioco, abbiamo rivitalizzato gente che sembrava da serie B (Tete e Pierotti) o addirittura da serie C (Helgason), il nostro attaccante figura in classifica marcatori accanto a gente che costa almeno dieci volte tanto e, notizia di oggi, c'è chi vorrebbe acquistarlo già da ora per 25 milioni. Per il resto, ovviamente, c'è l'invidia sociale nei confronti del potere, individuato nel nostro direttore sportivo che, sicuramente, paga la sua bassa istruzione di base e il suo partire da zero (mai nessuno ti dirà bravo se parti da lì). Invidia mista anche a provincialismo di chi non ha mai varcato la via adiacente al Bar Commercio di Lecce, aggiungerei. Open your mind, please (e uscite di casa, qualche volta, vedrete che all'estero neanche esistete).