Cronaca nera
martedì 20 marzo 2018 Ex portiere del Lecce in serie A tra i 37 arrestati in un'operazione antimafia
"C'é anche un ex calciatore dell'u.s. Lecce, Davide Petrachi, tra le 37 persone arrestate nell'ambito dell'operazione anti droga dei carabinieri di Lecce. Davide Petrachi, 32 anni, leccese, é stato raggiunto da un provvedimento restrittivo ai domiciliari. E' stato uno dei portieri della rosa del Lecce calcio per 7 stagioni, militando anche in serie A, fino alla stagione 2014-2015 per poi giocare nella Virtus Lanciano, Martina Franca e Nardò calcio in serie D.
Petrachi veniva chiamato dal sodalizio 'calcio' o 'portiere'. E' tra le persone arrestate in Salento in una vasta operazione antidroga chiamata 'Orione', nella quale i carabinieri nella compagnia d i Maglie hanno eseguito 37 ordinanze di custodia cautelare.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Lecce Vincenzo Brancato su richiesta dei pm Antimafia Guglielmo Cataldi e Maria Vallefuoco nei confronti di altrettante persone indagate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e associazione di tipo mafioso.
Tra i reati contestati,anche detenzione abusiva di armi e di materiale esplosivo, estorsione, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata. L'indagine, avviata nel 2015, ha portato i carabinieri di Maglie a sgominare tre associazioni per delinquere, una delle quali era strutturata secondo uno schema verticistico e composta da soggetti che farebbero parte della Scu.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati quantitativi di hashish, cocaina, eroina, quattro detonatori, 2 ordigni esplosivi artigianali, 1 AK-47 Kalashnikov, 5 pistole e relativo munizionamento."
(http://bari.repubblica.it)Petrachi veniva chiamato dal sodalizio 'calcio' o 'portiere'. E' tra le persone arrestate in Salento in una vasta operazione antidroga chiamata 'Orione', nella quale i carabinieri nella compagnia d i Maglie hanno eseguito 37 ordinanze di custodia cautelare.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Lecce Vincenzo Brancato su richiesta dei pm Antimafia Guglielmo Cataldi e Maria Vallefuoco nei confronti di altrettante persone indagate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e associazione di tipo mafioso.
Tra i reati contestati,anche detenzione abusiva di armi e di materiale esplosivo, estorsione, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata. L'indagine, avviata nel 2015, ha portato i carabinieri di Maglie a sgominare tre associazioni per delinquere, una delle quali era strutturata secondo uno schema verticistico e composta da soggetti che farebbero parte della Scu.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati quantitativi di hashish, cocaina, eroina, quattro detonatori, 2 ordigni esplosivi artigianali, 1 AK-47 Kalashnikov, 5 pistole e relativo munizionamento."
lunedì 12 marzo 2018 Scontri dopo Lecce-Carpi, il ricorso è inammissibile: in carcere 45enne
"Il ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile e la sentenza nei suoi confronti diventa definitiva, spalancandogli così le porte del carcere.
In manette è finito il 45enne Antonio Carmine Angelè, di Matino, arrestato dai militari della stazione del suo paese in esecuzione dell’ordine di carcerazione, emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello di Lecce.
I fatti di cui è accusato l’uomo – danneggiamento e lancio di materiale pericoloso nonché scavalcamento ed invasione di campo – risalgono al 16 giugno 2013, in occasione della partita di calcio tra il Lecce ed il Carpi, finale playoff valida per la promozione in serie B.
L’uomo dovrà scontare la pena residua di due anni e quattro mesi di reclusione. Angelè è stato ristretto presso la casa circondariale di Lecce."
(www.corrieresalentino.it)In manette è finito il 45enne Antonio Carmine Angelè, di Matino, arrestato dai militari della stazione del suo paese in esecuzione dell’ordine di carcerazione, emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello di Lecce.
I fatti di cui è accusato l’uomo – danneggiamento e lancio di materiale pericoloso nonché scavalcamento ed invasione di campo – risalgono al 16 giugno 2013, in occasione della partita di calcio tra il Lecce ed il Carpi, finale playoff valida per la promozione in serie B.
L’uomo dovrà scontare la pena residua di due anni e quattro mesi di reclusione. Angelè è stato ristretto presso la casa circondariale di Lecce."
giovedì 30 novembre 2017 Derby truccato, confermata la condanna per Semeraro e Quarta «Dovranno risarcire i tifosi truffati»
"La Corte d'Appello di Bari ha confermato la condanna di Pieandrea Semeraro e Carlo Quarta per il reato di frode sportiva per avere offerto denaro a Masiello con l'obiettivo di alterare il risultato del match Bari-Lecce del 15 maggio 2011 e ha confermato inoltre il risarcimento del danno nei confronti dei tifosi, che si erano costituiti parte civile, affermando il principio percui la passione sportiva tradiuta rappresenta un danno a tutti gli effetti ed è quindi risarcibile. Si tratta di un passaggio inedito della sentenza, destinato a fare scuola in ambito sportivo.
A distanza di oltre sei, dunque, la condanna viene confermata anche in secondo grado a un anno e sei mesi (pena sospesa) per l'ex presidente del Lecce, Pierandrea Semeraro, e per l'imprenditore Carlo Quarta, con una multa di 10mila euro e risarcimento di 400 euro per ciascuno dei 150 tifosi salentini rappresentati in giudizio. Assoluzione, per non aver commesso il fatto, per Marcello Di Lorenzo, condannato a 9 mesi in primo grado.
«La sentenza di oggi è destinata a restare nella storia della città e della giurisprudenza - scrivono in una nota congiunta gli avvocati Giuseppe Milli e Francesco Calabro -. La sentenza di oggi rende, almeno in parte, giustizia ai tifosi e speriamo che funga da deterrente per reati di questo tipo»."
(www.quotidianodipuglia.it)martedì 29 agosto 2017 Tifo violento, due ultrà del Lecce arrestati per aver aggredito i poliziotti a Brindisi
"Hanno aggredito a pugni e spintoni due poliziotti intervenuti per sedare gli incidenti prima della partita Virtus Francavilla-Lecce del 26 agosto scorso a Brindisi in Lega Pro: due ultrà del Lecce sono stati arrestati per violenza, resistenza, lesioni personali e concorso con ignoti nel danneggiamento della autovettura di servizio. Si tratta di Moreno Colella, di 36 anni, e Sandro Quarta, di 41. I due sono stati individuati grazie ai filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza nella stazione di servizio Agip sulla statale Brindisi-Lecce. E' qui che sabato scorso sono avvenuti gli scontri durante i quali i poliziotti della stradale furono costretti a sparare un colpo di pistola in aria. La collaborazione di alcuni testimoni ha fatto il resto, consentendo agli investigatori della Mobile e della Digos di Brindisi di chiudere il cerchio. I tafferugli si sono verificati qualche ora prima del derby giocato allo stadio Fanuzzi di Brindisi per la prima giornata di campionato.
All'altezza del cavalcavia che collega i rioni brindisini La Rosa e Bozzano un gruppetto di tifosi leccesi erano scesi dalle proprie auto coprendosi il volto con passamontagna. Gli ultrà giallorossi si erano piazzati sulla carreggiata nord interrompendo il traffico in viaggio verso lo stadio. Secondo quanto appurato dagli investigatori non c'è mai stato un corpo a corpo fra le due tifoserie: lo scontro era scongiurato grazie all'intervento degli agenti che si sono ritrovati "letteralmente circondati da decine di ultrà leccesi, alcuni dei quali armati di bastoni", ha spiegato il questore di Brindisi, Maurizio Masciopinto.
Secondo l'accusa due agenti della Stradale furono colpiti dai due ultrà finiti in manette: uno è stato colpito con un pugno, l'altro è stato spinto e ha subito una lesione alla spalla. Gli agenti hanno riportato ferite guaribili in sette giorni, secondo i medici dell'ospedale Perrino di Brindisi che li hanno soccorsi. Nel frattempo l'auto di servizio è stata distrutta, presa a sprangate dagli stessi tifosi. Entrambi gli arrestati sono detenuti nel carcere di Lecce: Colella aveva già avuto un Daspo nel 2015 e Quarta è già noto per rapina e reati in materia di stupefacenti."
(Sonia Gioia - http://bari.repubblica.it)All'altezza del cavalcavia che collega i rioni brindisini La Rosa e Bozzano un gruppetto di tifosi leccesi erano scesi dalle proprie auto coprendosi il volto con passamontagna. Gli ultrà giallorossi si erano piazzati sulla carreggiata nord interrompendo il traffico in viaggio verso lo stadio. Secondo quanto appurato dagli investigatori non c'è mai stato un corpo a corpo fra le due tifoserie: lo scontro era scongiurato grazie all'intervento degli agenti che si sono ritrovati "letteralmente circondati da decine di ultrà leccesi, alcuni dei quali armati di bastoni", ha spiegato il questore di Brindisi, Maurizio Masciopinto.
Secondo l'accusa due agenti della Stradale furono colpiti dai due ultrà finiti in manette: uno è stato colpito con un pugno, l'altro è stato spinto e ha subito una lesione alla spalla. Gli agenti hanno riportato ferite guaribili in sette giorni, secondo i medici dell'ospedale Perrino di Brindisi che li hanno soccorsi. Nel frattempo l'auto di servizio è stata distrutta, presa a sprangate dagli stessi tifosi. Entrambi gli arrestati sono detenuti nel carcere di Lecce: Colella aveva già avuto un Daspo nel 2015 e Quarta è già noto per rapina e reati in materia di stupefacenti."
domenica 27 agosto 2017 Brindisi, agente aggredito prima del derby. Fumogeni e spari in aria necessari per placare gli ultrà in un'area di servizio
"Tafferugli e scontri tra forze dell’ordine e ultrà si sono registrati nel tardo pomeriggio di ieri alle porte di Brindisi, a pochi minuti dall’inizio del derby tra Virtus Francavilla e Lecce. Tutto è iniziato intorno alle 16.30, all’interno di una stazione di servizio a pochi chilometri dallo svincolo per l’Aeroporto del Salento. Secondo quanto riportano i giornali locali, un gruppo di ultrà ha iniziato a lanciare sassi e bombe carte contro il pullman dei tifosi avversari. Non è ancora chiaro quali delle due tifoserie abbia dato il via agli scontri. Le forze dell’ordine, intervenute per placare i tafferugli, si sono trovate all’interno di un vero e proprio parapiglia tanto che uno degli agenti è stato aggredito e ferito da alcuni tifosi a bordo di una Fiat Multipla.
A quel punto, le forze dell’ordine hanno sparato un colpo in aria a scopo intimidatorio e lanciato i lacrimogeni. La situazione sarebbe quindi ritornata alla normalità e i tifosi si sono rimessi in marcia verso lo stadio Fanuzzi. Ad attenderli all’esterno dell’impianto sportivo c’erano alcuni agenti della squadra mobile che hanno identificato gli aggressori del collega ferito. La partita si è svolta regolarmente ma in forma blindata, con la polizia a presidiare tutti gli accessi allo stadio. I controlli sono continuati fino al termine della partita. Tra i provvedimenti giudiziari possibili per gli ultrà coinvolti non si esclude la Daspo."
(F. Q. - www.ilfattoquotidiano.it)A quel punto, le forze dell’ordine hanno sparato un colpo in aria a scopo intimidatorio e lanciato i lacrimogeni. La situazione sarebbe quindi ritornata alla normalità e i tifosi si sono rimessi in marcia verso lo stadio Fanuzzi. Ad attenderli all’esterno dell’impianto sportivo c’erano alcuni agenti della squadra mobile che hanno identificato gli aggressori del collega ferito. La partita si è svolta regolarmente ma in forma blindata, con la polizia a presidiare tutti gli accessi allo stadio. I controlli sono continuati fino al termine della partita. Tra i provvedimenti giudiziari possibili per gli ultrà coinvolti non si esclude la Daspo."
giovedì 10 marzo 2016 Corteo di festa dopo il derby del 2011, prescrizione chiude il giudizio al primo round
"Si è chiuso, come anticipato già a dicembre scorso, con la prescrizione il procedimento avviato nei confronti di 39 tifosi del Lecce per manifestazione non autorizzata in occasione dei festeggiamenti dopo la vittoria nel derby di Bari (maggio 2011) che valse la permanenza nella massima serie calcistica.
[...]
La linea difensiva riteneva che l’insussistenza della contestazione prevalesse sulla prescrizione: i punti dirimenti nel merito riguardavano che venisse considerato penalmente rilevante l’omesso avviso alle autorità di una manifestazione solo eventuale (se il Lecce non si fosse salvato, chi avrebbe festeggiato?) e anche l’elemento della partecipazione al corteo e, non solo quello dell’organizzazione.
Il giudice tuttavia si è limitata a ravvisare l’intervento della prescrizione, scattata in realtà già a maggio scorso: se la citazione a giudizio fosse stata notificata entro maggio 2015, cioè a quattro anni dall’episodio contestato, allora ci sarebbero stati altri 12 mesi ma così non è stato perché il decreto è arrivato ai 39 solo a dicembre scorso [...]"
(www.lecceprima.it)[...]
La linea difensiva riteneva che l’insussistenza della contestazione prevalesse sulla prescrizione: i punti dirimenti nel merito riguardavano che venisse considerato penalmente rilevante l’omesso avviso alle autorità di una manifestazione solo eventuale (se il Lecce non si fosse salvato, chi avrebbe festeggiato?) e anche l’elemento della partecipazione al corteo e, non solo quello dell’organizzazione.
Il giudice tuttavia si è limitata a ravvisare l’intervento della prescrizione, scattata in realtà già a maggio scorso: se la citazione a giudizio fosse stata notificata entro maggio 2015, cioè a quattro anni dall’episodio contestato, allora ci sarebbero stati altri 12 mesi ma così non è stato perché il decreto è arrivato ai 39 solo a dicembre scorso [...]"
mercoledì 20 gennaio 2016 Scontri nel derby tra Fidelis Andria e Lecce: condanne dai sei agli otto mesi per sei tifosi salentini
"Costano caro a sei tifosi del Lecce i disordini causati nei minuti precedenti il derby contro la Fidelis Andria, giocato domenica al “Degli Ulivi”. E’ infatti arrivata la convalida degli arresti per i sostenitori salentini di età compresa tra i 24 e i 32 anni: i sei hanno patteggiato pene comprese tra i sei e gli otto mesi di carcere e il giudice tranese Andrea D’Angeli ha inflitto loro due anni di Daspo con obbligo di firma.
Per tre tifosi giallorossi anche le accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Sequestrate mazze, fumogeni e petardi. I fatti risalgono alle 13 di domenica: circa 40 sostenitori salentini erano arrivati ad Andria privi di tessera del tifoso e di biglietto di accesso allo stadio, cercando di eludere i controlli.
Il gruppo era stato bloccato dalle forze dell’ordine e nel tentativo di fuga a bordo delle proprie vetture aveva lanciato petardi contro gli agenti di polizia. Due agenti avevano riportato lievissime lesioni. Al termine della gara, un gruppo di tifosi della Fidelis Andria, sostenuti da alcuni tifosi del Bari, aveva inoltre tentato di forzare il presidio degli agenti, dando inizio ad una sassaiola, bloccata sul nascere.
Gianpaolo Patruno, dirigente del commissariato di Andria, ha sottolineato e ringraziato in una nota l'intervento degli agenti della polizia locale. L’operazione è stata seguita anche dal questore di Bari, Antonio De Iesu. E’ al vaglio delle forze dell’ordine la proposta di divieto di accesso alle manifestazioni sportive per altri dieci sostenitori ospiti. Nel corso della partita sono stati inoltre accesi sette fumogeni e quattro petardi nella curva Nord. Per la Fidelis Andria è già arrivata una multa di 1.500 euro, ma non sono esclusi Daspo per alcuni suoi tifosi."
(Luca Guerra - www.repubblica.it)Per tre tifosi giallorossi anche le accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Sequestrate mazze, fumogeni e petardi. I fatti risalgono alle 13 di domenica: circa 40 sostenitori salentini erano arrivati ad Andria privi di tessera del tifoso e di biglietto di accesso allo stadio, cercando di eludere i controlli.
Il gruppo era stato bloccato dalle forze dell’ordine e nel tentativo di fuga a bordo delle proprie vetture aveva lanciato petardi contro gli agenti di polizia. Due agenti avevano riportato lievissime lesioni. Al termine della gara, un gruppo di tifosi della Fidelis Andria, sostenuti da alcuni tifosi del Bari, aveva inoltre tentato di forzare il presidio degli agenti, dando inizio ad una sassaiola, bloccata sul nascere.
Gianpaolo Patruno, dirigente del commissariato di Andria, ha sottolineato e ringraziato in una nota l'intervento degli agenti della polizia locale. L’operazione è stata seguita anche dal questore di Bari, Antonio De Iesu. E’ al vaglio delle forze dell’ordine la proposta di divieto di accesso alle manifestazioni sportive per altri dieci sostenitori ospiti. Nel corso della partita sono stati inoltre accesi sette fumogeni e quattro petardi nella curva Nord. Per la Fidelis Andria è già arrivata una multa di 1.500 euro, ma non sono esclusi Daspo per alcuni suoi tifosi."
lunedì 18 gennaio 2016 Incidenti Andria-Lecce, Daspo per sei
"Sarà chiesta l'emissione del provvedimento di divieto di accesso allo stadio e a manifestazioni sportive (Daspo) per sei ultrà salentini, di età compresa fra 24 e 32 anni e privi di biglietto, arrestati ieri pomeriggio ad Andria per avere provocato incidenti prima del derby contro la squadra locale della Fidelis Andria all'esterno dello stadio. A uno di loro in passato era stato già inflitto un Daspo. I sei arrestati sono rinchiusi nella casa circondariale di Trani e sono accusati di possesso di materiale esplodente (lanciato anche contro le forze dell'ordine) e di oggetti atti ad offendere, parte dei quali poi sequestrato; tre di loro rispondono anche di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
Altri cinque ultrà salentini sono stati denunciati in stato di libertà per aver incitato alla violenza e aver preso parte ad episodi che hanno turbato l'ordine pubblico."
(ANSA)lunedì 28 dicembre 2015 La festa dopo il derby, a giudizio 39 tifosi per manifestazione non autorizzata
"Manifestazione non autorizzata. E’ questa l’ipotesi di reato formulata nei confronti di trentanove tifosi leccesi cui è stato notificato, nelle scorse, la citazione diretta a giudizio, per il 9 marzo prossimo, dinanzi al giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce. Si tratta di una vicenda giudiziaria che trae origine dal lontano 2011.
E’ il 15 maggio quando al San Nicola di Bari va in scena uno dei derby più discussi del calcio nostrano, quella della presunta combine. In una calda domenica di maggio, Bari e Lecce danno vita a un derby destinato a riempire più che le cronache sportive quelle giudiziarie. A far impazzire i supporter salentini, dopo una manciata di minuti nella ripresa, è il gol di Jeda. Una rete che fa sognare un'intera regione, che vede la salvezza ormai vicinissima. Ci pensano l'autogol di Andrea Masiello (dai contorni oscuri) e il gol di Pinilla (per il Palermo) a completare la festa del Lecce e di tutto il Salento. I giallorossi, superiori in campo e anche sugli spalti, non si scompongono, fanno festa e intonano una pizzica in versione calcistica. La festa per la salvezza raggiunta nel derby (il sogno di ogni tifoso) prosegue per le vie del capoluogo salentino, dove un carosello spontaneo parte da Porta Napoli per raggiungere piazza Sant’Oronzo, cuore del capoluogo barocco. Un pomeriggio di festa in cui un’intera città scende in strada per festeggiare la permanenza nella massima serie calcistica (poi cancellata dalle sanzioni della giustizia sportiva).
Secondo l’ipotesi accusatoria gli indagati avrebbero "organizzato e partecipato a una manifestazione non autorizzata in occasione dell’incontro Bari-Lecce, dapprima convergendo nei pressi dello stadio “via del mare” all’esterno delle Curva Nord”. “Successivamente – contesta ancor l’accusa – recandosi in corteo in piazza Sant’Oronzo, occupando parte della piazza a successivamente l’Anfiteatro, accendendo e lanciando nel contempo fumogeni e latro materiale esplodente”. In particolare sarebbero stati alcuni degli indagati a guidare il corteo [...]"
(a.mor. - www.lecceprima.it)E’ il 15 maggio quando al San Nicola di Bari va in scena uno dei derby più discussi del calcio nostrano, quella della presunta combine. In una calda domenica di maggio, Bari e Lecce danno vita a un derby destinato a riempire più che le cronache sportive quelle giudiziarie. A far impazzire i supporter salentini, dopo una manciata di minuti nella ripresa, è il gol di Jeda. Una rete che fa sognare un'intera regione, che vede la salvezza ormai vicinissima. Ci pensano l'autogol di Andrea Masiello (dai contorni oscuri) e il gol di Pinilla (per il Palermo) a completare la festa del Lecce e di tutto il Salento. I giallorossi, superiori in campo e anche sugli spalti, non si scompongono, fanno festa e intonano una pizzica in versione calcistica. La festa per la salvezza raggiunta nel derby (il sogno di ogni tifoso) prosegue per le vie del capoluogo salentino, dove un carosello spontaneo parte da Porta Napoli per raggiungere piazza Sant’Oronzo, cuore del capoluogo barocco. Un pomeriggio di festa in cui un’intera città scende in strada per festeggiare la permanenza nella massima serie calcistica (poi cancellata dalle sanzioni della giustizia sportiva).
Secondo l’ipotesi accusatoria gli indagati avrebbero "organizzato e partecipato a una manifestazione non autorizzata in occasione dell’incontro Bari-Lecce, dapprima convergendo nei pressi dello stadio “via del mare” all’esterno delle Curva Nord”. “Successivamente – contesta ancor l’accusa – recandosi in corteo in piazza Sant’Oronzo, occupando parte della piazza a successivamente l’Anfiteatro, accendendo e lanciando nel contempo fumogeni e latro materiale esplodente”. In particolare sarebbero stati alcuni degli indagati a guidare il corteo [...]"
giovedì 12 novembre 2015 Calcio, indagati due ultrà del Lecce: minacce a calciatore per screditare l'ex presidente
Violenze e minacce nei confronti del calciatore uruguayano Valter Lopez, ex esterno del Lecce che oggi veste la maglia di una squadra del suo Paese), per indurlo a delegittimare la società dell'ex presidente Savino Tesoro, screditandola pubblicamente. Due ultrà salentini - il 40enne Andrea De Mitri e il 32enne Alberto Geisson De Giorgi - finiscono nel mirino della Procura, che ha fatto notificare loro un avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal pm Massimiliano Carducci dopo una articolata attività investigativa condotta dai poliziotti della Digos coordinati dal vicequestore Raffaele Attanasi.
I protagonisti dell'ennesima storia di calcio malato sono due volti noti della curva giallorossa, uno dei quali già coinvolto nella maxi-inchiesta del 2009 sul tifo violento. All'epoca 14 tifosi furono arrestati con l'accusa di avere fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata all'aggressione nei confronti dei supporter delle squadre avversarie e delle forze dell'ordine. Il processo scaturito da quell'indagine è attualmente in corso.
Stavolta, invece, i due avrebbero fatto parte del gruppo che la sera del 19 aprile scorso, dopo la partita Lecce-Foggia vinta dai giallorossi sul filo di lana, raggiunse Lopez sotto casa, lo accerchiò e minacciò ripetutamente di morte davanti alla moglie e ai figli di un anno e mezzo e tre anni. "Devi fare la guerra ai Tesoro altrimenti ti ammazziamo", intimarono gli ultrà, suggerendo al giocatore di convocare l'indomani una conferenza stampa per comunicare he la società non pagava da tempo gli stipendi. Una minaccia a cui lo sportivo non volle piegarsi, ma che lo spinse ad abbandonare la sua abitazione insieme alla famiglia quella sera stessa e a cercare di lasciare Lecce in tutta fretta per timore di ritorsioni.
E se pure qualcuno riuscì a convincerlo a finire il campionato, l'occasione di andare via il giovane la colse al volo a fine stagione approfittando del contratto in scadenza. Non prima di avere confermato agli investigatori le pressioni di cui fu vittima. A sostegno delle ipotesi investigative anche le immagini riprese da una videocamera installata vicino casa di Lopez, che mostrano chiaramente i due mentre raggiungono la strada in cui abitava il calciatore.
Le
indagini proseguono per individuare le altre persone che facevano parte del grupp, ma anche per capire se l'idea di esercitare pressioni su Lopez sia nate autonomamente nell'ambito della tifoseria o sia partite da un mandante esterno: ovvero da qualcuno che alla fine dello scorso campionato aveva interesse a delegittimare la famiglia Tesoro agli occhi dell'opinione pubblica, al fine di sollecitare il processo già avviato di allontanamento dalla squadra di calcio.
(Chiara Spagnolo - http://bari.repubblica.it)