lunedì 29 aprile 2019 Senza parole

Il gol di Tabanelli al Brescia
Il gol di Tabanelli al Brescia

Per una volta siamo costretti a prendere in prestito le considerazioni di Mister Liverani per convenire che sì, non ci sono parole per descrivere la stagione di questo Lecce, non ci sono parole per descriverne qualità e cuore. È vero, ci sono stati momenti in cui nel corso del campionato la squadra non è stata all'altezza delle aspettative, quando forse molti di noi hanno chiesto anche più di quanto promesso, e situazioni in cui è stata persa per strada qualche occasione; ma è innegabile che questo finale di stagione sia contrassegnato in modo indelebile dalla determinazione e dalla consapevolezza dell'intera rosa, dalla forza con cui affronta gli ultimi insidiosi ostacoli verso l'obiettivo finale. Il merito di Don Fabio è questo: aver trasformato ottimi giocatori di categoria in un gruppo forte e volitivo, capace di entrare in campo davanti a uno stadio gremito nel match più importante dell'anno e di giocare ugualmente con autorità e spensieratezza. Non uno di questi ragazzi, se chiamato a sostituire anche per pochi minuti un compagno, ha mostrato di essere impreparato o meno consapevole del suo ruolo e degli obiettivi della squadra. Questo è il valore che va riconosciuto loro e a Liverani: un valore che può essere letto nell'attenzione di Vigorito, indenne dopo l'infortunio di Cremona, nella crescita di Majer o di Meccariello, duttile quest'ultimo nel rivestire con grande efficacia un ruolo non suo, nella sicurezza silenziosa di Marino, pronto a rispondere sempre "presente!", nella capacità di lottare e di soffrire di tutta la rosa, senza cadute di tensione, senza supponenza. Questo il vero spettacolo.
La partita con il Brescia era veramente un banco di prova, non solo per l'importanza della posta in palio, e nemmeno solo per l'oggettiva forza e per la qualità dell'avversario, ma anche per le attese che verso questa serata nutrivano gli appassionati che hanno gremito gli spalti del Via del Mare capace di esprimere sentimento ed entusiasmo, come non si vedeva ormai da molto tempo. Ed in effetti è stata partita vera tra due delle "prime della classe" di questo campionato cadetto, ognuna con le sue qualità e con i suoi punti di forza, certamente differenti per il tipo di calcio giocato, ma ugualmente forti e temibili. Il Lecce con ardore e spregiudicatezza, con giocate spesso tecnicamente pregevoli, il Brescia, più solido e arcigno, con due punte di grandissima efficacia, si sono contrapposte e in larga misura equivalse per tutto il corso della partita.
Il Lecce ha fatto la sua parte con un gioco a tratti ragionato, ma anche convinto delle sue possibilità, ha tenuto palla più degli avversari e li ha spesso messi sotto pressione schiacciandoli nella loro area. I giallorossi hanno provato a passare con alcuni tentativi di testa di La Mantia (per la verità meno efficace del solito) e Lucioni e con un paio di tentativi molto pericolosi ad opera di Mancosu al 17' e di Majer al 26' della ripresa (staffilata da fuori area al deviata da un superlativo intervento di Alfonso); al di là di qualche errore nella sua metà campo lo sloveno è apparso effettivamente più lucido e padrone del gioco anche rispetto al "faro" Tachtsidis, e la sua prestazione è apparsa confortante anche in vista della trasferta di Padova che vedrà il greco assente per squalifica.
Nonostante la supremazia nel possesso palla e nell'occupazione degli spazi il Lecce non ha tuttavia dato l'impressione di prevalere sugli ospiti, sebbene gli vada riconosciuto un maggiore attivismo nel corso del primo tempo e la ricerca costante di sbocchi per arrivare al gol. Il Brescia ha per lo più controllato, in alcuni casi ha rintuzzato gli attacchi dei padroni di casa, ma quasi mai si è reso pericoloso nel corso del primo tempo se non al 21' con una forte conclusione di Torregrossa contrata da Vigorito. I difensori giallorossi hanno ben controllato, tenendo a distanza le pericolose punte lombarde, con grande attenzione e puntualità: sempre sicuri Lucioni e Marino, in grande evidenza Meccariello ancora una volta impiegato come difensore di fascia, pericoloso soprattutto in fase di spinta Venuti, cui va il merito di aver costretto più volte al fallo Sabelli, fino a provocarne al 9' della ripresa l'espulsione per doppio giallo.
L'inferiorità numerica ha rappresentato la svolta della partita e ne ha anche elevato la spettacolarità: il Lecce ha capito di avere in mano l'occasione per imprimere un'accelerazione alla sua rincorsa e ha cominciato a premere con continuità e con maggiore rabbia agonistica; il Brescia per parte sua si è coperto rinunciando a Donnarumma per Spalek ma nello stesso tempo ha goduto di maggiori spazi nelle ripartenze; in una di queste una bella combinazione tra Bisoli e Torregrossa metteva quest'ultimo in condizione di calciare a botta sicura e solo per un soffio la palla si spegneva poco lontano dai pali della porta leccese. Episodio chiave era però l'ingresso di Tabanelli al posto di Tachtsidis al 32'; dopo solo tre minuti l'uomo capace di sfidare le leggi della biomeccanica e della fisiologia umana si inseriva puntualmente in area di rigore su un cross basso di Meccariello e insaccava a fil di palo la palla dell'1 a 0 per poi andare a festeggiare insieme a tutta la squadra sotto una Nord ribollente di entusiasmo e di colori. Ancora una volta l'episodio, che potrebbe rappresentare la chiave di un intero campionato, dà ragione alle scelte di Liverani che ha caparbiamente creduto in questa come in altre scommesse vinte.
Il Lecce non riusciva a sfruttare ulteriormente la superiorità numerica e a chiudere la partita, in parte perché impreciso nel gestire efficacemente alcune ripartenze, ma soprattutto perché il Brescia mostrava con chiarezza i motivi che lo vedono da lungo tempo al comando della classifica; i lombardi premevano alla ricerca del pareggio costringendo talvolta a qualche affanno la difesa giallorossa. Per una volta la direzione arbitrale è apparsa leggermente favorevole al Lecce quando negli ultimi scampoli di partita l'arbitro lasciava correre un contrasto in area salentina tra Torregrossa e Venuti.
Non molto altro va detto se non che, smaltita l'euforia, bisogna ora pensare a non dilapidare quanto ottenuto grazie alla vittoria col Brescia: il Lecce è atteso da due battaglie che, per le situazioni di classifica delle avversarie - Padova e Spezia - sono altrettanti punti interrogativi. Non bisogna perdere ora quella miscela di volontà, attenzione e slancio che hanno portato fin qui gli uomini di don Fabio. Coraggio e attenzione, quindi, in campo e sugli spalti: non sarete mai soli.

(o-w.k.)