lunedì 20 gennaio 2020 Sulle barricate

Mancosu e Lapadula festeggiano il pari con l'Inter
Mancosu e Lapadula festeggiano il pari con l'Inter

Dopo una striscia di quattro sconfitte consecutive, contro l'Inter Liverani cambia modulo e blinda la porta di Gabriel. Il Lecce sale sulle barricate riuscendo così, senza dare spettacolo, a portare a casa un punto utile per la classifica e ottimo per l'autostima e la serenità della squadra e dell'ambiente.
E' un Lecce operaio che si vota al sacrificio e al contenimento della tecnica e della forza fisica della squadra di Conte, che è capace di difendere a denti stretti, con undici uomini dietro la linea della palla, atteggiamento forse non bello a vedersi ma in questo caso estremamente produttivo; ma è anche un Lecce che sa pungere, che riparte in più di un'occasione sfruttando anche il dinamismo dei suoi esterni, Donati e Rispoli, insieme alla ritrovata verve di Mancosu e alla capacità di lottare delle due punte messe in campo, Lapadula e Babacar. Il Lecce si schiera con una linea difensiva a cinque e con tre centrali, posizione nella quale Dall'Orco mostra subito di sentirsi a suo agio e con un centrocampo a tre, da cui provvidenzialmente è escluso Tachtsidis e che vede Petriccione finalmente più dinamico, sicuro e in alcuni momenti capace di gesti tecnici e qualità comparabili a quelli di molti dei più titolati avversari nerazzurri. Lo schieramento di Liverani non è tuttavia rinunciatario perché spesso il Lecce nel corso della partita si rende pericoloso non solo per la capacità di portare palla di Deiola e dello stesso Petriccione, ma anche per con alcuni tentativi realizzati con lanci lunghi per le due punte, a scavalcare il centrocampo.
Naturalmente l'Inter prova a fare quello che deve, mettendo in campo sin dall'inizio maggiore qualità e doti tecniche superiori; la squadra di Conte schiaccia per larghi tratti il Lecce nella sua metà campo ma questa volta né Lukaku né Lautaro Martinez riescono a fare la differenza; la difesa salentina chiude tutti gli spazi, con attenzione e reattività e, per parte sua, Gabriel riesce a dare sicurezza al reparto con numerose precise uscite nella propria area e alcuni interventi di buon livello. I giallorossi subiscono la pressione dell'Inter sostanzialmente per tutto il primo tempo, ma si rendono comunque pericolosi prima con Mancosu, che spreca un'ottima occasione dopo essere stato liberato al tiro sulla sinistra e poi con un'incursione di Babacar in chiusura di tempo, che nel fare da sponda in area nerazzurra colpisce fortuitamente il braccio di Sensi e induce l'arbitro Giacomelli a concedere un rigore successivamente revocato a seguito della verifica al VAR.
Nella ripresa Conte sostituisce Godin con Bastoni e la mossa si rivela subito efficace perché su un cross dalla sinistra, al 26', il nuovo entrato riesce a colpire di testa anticipando il suo marcatore Deiola e depositando in rete alla destra di Gabriel. Liverani - che aveva da poco sostituito Lapadula con il rientrante Majer - risponde allo svantaggio inserendo Falco al posto di Rispoli; i due giocatori danno forza e fantasia ai tentativi leccesi che si concretizzano nel pareggio di Mancosu al 31', servito dalla sinistra proprio da Majer e rapido nell'anticipare il suo marcatore, ancora Bastoni, e a deviare in rete. Il Lecce potrebbe raccogliere anche più di quanto in effetti meriterebbe con una punizione di Falco che scheggia la parte esterna del palo alla destra di Handanovic. La partita si chiude, dopo quattro minuti di recupero, sui tentativi in realtà poco lucidi e non particolarmente pericolosi dell'Inter.
Un Lecce di lotta e di sacrificio ritrova quindi convinzione nella sua rincorsa verso la salvezza ancora una volta contro una grande del campionato. Come richiesto dal suo allenatore, ha giocato da squadra, con le sue punte Lapadula e Babacar disposte a fare un lavoro oscuro e poco gratificante di copertura sui centrocampisti nerazzurri (infaticabile il senegalese nei continui rientri nella propria metà campo); ma è stato anche un Lecce capace di cambiare pelle e modulo in corsa, questa volta modellato con tempismo e lucidità da Liverani. E' presto per dirlo, ma il punticino potrebbe valere molto di più, non solo perché interrompe il periodo più buio di questo campionato, ma anche perché nel match con l'Inter la squadra salentina ritrova alcuni dei suoi uomini chiave, e soprattutto, mostra di credere ancora nelle sue qualità e nel traguardo salvezza, non meno di quanto mostrino di crederci proprietà e guida tecnica. I presupposti per giocarla fino alla fine ci sono tutti, senza perdere lucidità e convinzione.

(o-w.k.)