martedì 28 luglio 2020 Orrore fa rima con cuore

Lapadula affranto al termine di Bologna-Lecce
Lapadula affranto al termine di Bologna-Lecce

Il calcio è fatto di episodi, particolari, centimetri, e per questo muove passioni e coinvolge un popolo sterminato. Ancora una volta la partita con il Bologna è stata caratterizzata da episodi capaci di coinvolgere emotivamente, entusiasmare in alcuni momenti, farci sperare, e ancora una volta illuderci. Il Lecce ha pagato, come spesso è accaduto in questo campionato, dieci minuti di orrore puro in cui la squadra si è praticamente inchiodata e alcuni giocatori, Tachtsidis e Dell'Orco, sembravano non essere nemmeno entrati sul terreno di gioco. E' così che il Bologna mette a segno in pochi minuti un uno-due micidiale con un duetto Barrow-Palacio (impossibile lasciare giostrare due giocatori in area in questo modo e far concludere in rete da posizione defilata) e poi con Soriano che approfitta della assoluta inconsistenza della fase difensiva di Tachtsidis e compagni. Il Lecce sembra non capirci nulla per la prima mezz'ora di gioco, schiacciato nella propria metà campo e messo continuamente a rischio dalla coppia degli avanti rossoblu che si trovano a meraviglia: lo stesso Barrow, imprendibile, colpisce un palo clamoroso al 30' e fa capire che il tempo potrebbe chiudersi in goleada per i padroni di casa. Poi al cooling break Liverani tranquillizza e incoraggia la squadra e l'ultima parte del primo tempo vede un Lecce più propositivo e in fiducia, che nel recupero accorcia le distanze con un appoggio di petto di Mancosu grazie a un pasticcio difensivo del Bologna.
La ripresa è tutta un'altra musica: Liverani effettua una tripla sostituzione, inserendo Petriccione e Majer, con Rispoli che rileva uno stanco Donati; la soluzione appare efficace. Petriccione prende in mano le redini del centrocampo e detta i tempi della manovra. Salgono anche le prestazioni di Falco, e Rispoli lavora un numero incredibile di palloni sulla fascia. Il Lecce mette sotto pressione il Bologna e costruisce gioco: dopo una clamorosa traversa di Falco, lo stesso giocatore va a segno al 22' con uno splendido tiro sotto la traversa. Il Lecce spinge per ottenere i tre punti, che sarebbero acqua nel deserto per arrivare a riagguantare il Genoa, e in effetti ci riesce quasi, ancora con il suo numero 10 (respinta sulla linea a portiere battuto), ma nell'ultima disperata azione, nonostante una caduta dubbia in area di Mancosu, il capovolgimento di fronte con i giallorossi sfiancati porta Barrow al terzo goal che chiude la storia di questa partita, ma non ancora di questa incredibile stagione.
Non è aritmeticamente finita, certo: aspettiamo di vedere cosa i giallorossi sapranno tirare fuori in casa di un'Udinese sulla carta paga della salvezza. Due partite e quattro punti da recuperare al Genoa appaiono tuttavia ben più di un'impresa estrema. A Bologna Il Lecce ha mostrato di trovare le motivazioni per rimediare, ancora una volta, ai suoi errori, ma ha visto riproporsi quella che è una costante di questo campionato: dover scalare ogni volta l'Himalaya per tornare in partita. Non si possono però trascurare le molte condizioni, oggettive o meno, che hanno contraddistinto il finale di stagione e hanno giocato contro i giallorossi: non ultimo le troppe certezze, quasi sempre a sfavore, della classe arbitrale. Alla squadra nulla si può rimproverare se non l'avvio disastroso, certo particolare non marginale; resta un campionato che il Lecce ha saputo interpretare giocando a calcio, a tratti divertendo, altre volte sconfortando. Di più non si può chiedere a una squadra chiamata a partecipare con risorse oggettivamente impari a questo "gioco al massacro" nella calura di fine luglio. Si può solo timidamente ancora sperare e sostenere chi ha realmente onorato la maglia fino in fondo, più e meglio di squadre sulla carta ben attrezzate per la massima serie.

(o-w.k.)