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giovedì 27 agosto 2020 Tabula rasa

Le dimissioni dello storico medico sociale Palaia, annunciate con un irrituale e caustico comunicato stampa diramato dallo stesso dimissionario, hanno scatenato un vero e proprio terremoto nell'US Lecce. Forse non sarà davvero stato così, ma l'impressionante coincidenza temporale con l'esonero di mister Liverani - che ha seguito di pochi minuti il comunicato di Palaia - farebbe pensare che i "contrasti" tra l'allenatore e il responsabile sanitario siano stati la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La società, per bocca di Saverio Sticchi Damiani, si è detta infastidita dall'esitazione del tecnico nel firmare il prolungamento del contratto che l'ex centrocampista della Lazio aveva già concordato con il DS Corvino; così, a pochi giorni dall'inizio del ritiro e nello stesso giorno delle dimissioni del medico, è arrivato l'addio - che a questo punto può senz'altro essere definito consensuale, benchè per niente amichevole - tra l'US Lecce e Fabio Liverani.
Il 19 agosto 2020 può dunque a buon diritto essere etichettato come il giorno in cui è arrivato al suo termine il processo di ricostruzione dell'US Lecce iniziato da Sticchi Damiani e soci cinque anni fa, facendo tabula rasa della guida tecnica che ha direttamente portato i giallorossi dall'inferno della Lega Pro fino all'insperata stagione in Serie A. Il Lecce riparte ora dalla serie cadetta - probabilmente quella più commisurata all'esperienza e alle possibilità economiche di una società giovane come quella presieduta da "SSD" - con un progetto a medio termine per ritornare nella massima divisione con ragionevoli possibilità di restarci più a lungo.
Il DS Meluso - esonerato subito dopo la retrocessione, ma già riaccasatosi in serie A con il neopromosso Spezia - ha lasciato spazio al grande ritorno di Pantaleo Corvino - protagonista e artefice degli anni migliori dell'era Semeraro - che ha assunto il ruolo di Responsabile Area Tecnica: per lui un contratto di tre anni, con il mandato di "patrimonializzare" il club senza tuttavia precludersi obiettivi sportivi prestigiosi.
La prima decisione importante che Corvino ha, imprevedibilmente, dovuto prendere, è stata quella di individuare il successore di Liverani (anche lui prontamente tornato in A, al Parma): la scelta è caduta su Eugenio Corini, che sulla panchina del Brescia è stato uno dei principali rivali dei giallorossi nelle ultime due stagioni. Anche a Corini, tecnico di ormai lunga esperienza nelle serie maggiori, è stato fatto firmare un contratto triennale.
La sostituzione delle due figure di vertice dell'area tecnica si è naturalmente ripercossa a catena sui loro collaboratori e aiutanti. Il nuovo allenatore della Primavera, Augusto, è restato in carica per soli dieci giorni - l'ultimo è stato quello della presentazione di Corini - per lasciare il suo posto a Vito Grieco.
Anche lo staff dei preparatori atletici della prima squadra, al centro delle polemiche per i tanti infortuni occorsi nella stagione appena terminata ("numerosi come mai nella mia quarantennale carriera", li aveva velenosamente definiti Palaia nel suo comunicato di addio), ha seguito la sorte di Liverani, per dare spazio - come di consuetudine in questi casi - ai professionisti di fiducia del nuovo allenatore: Sciuto, De Luca e, per i portieri, Sassanelli.
Infine il responsabile medico: il "grande affetto" con cui Sticchi Damiani si è riservato di valutare la scelta del sostituto di Palaia autorizza a ipotizzare che lo stimatissimo medico-tifoso possa succedere a se stesso. Così, rientrando dalla porta che aveva rumorosamente sbattuto per uscirne, Palaia chiuderebbe, anche simbolicamente, la fase tempestosa che le sue dimissioni avevano contribuito ad aprire.