domenica 27 settembre 2020 Aria nuova

L'esordio dei giallorossi con il Pordenone
L'esordio dei giallorossi con il Pordenone

Il Lecce inaugura con il Pordenone un nuovo anno in cadetteria dopo l'avventurosa e sfortunata stagione di serie A e lo fa con un pareggio a reti bianche che offre, a parere di chi scrive, più luci che ombre.
I giallorossi sono ancora un cantiere aperto e hanno per contro di fronte una squadra relativamente nuova per la categoria, ma con un passato recente di successo (semifinale play-off conquistata), un assetto di gioco già ben definito e alla guida un allenatore attento e preparato. Per questo motivo il punto ottenuto all'esordio, sia pure tra le silenziose mura amiche, e anche se è sembrato scontentare Corini, resta un buon punto di partenza: si è visto un Lecce certamente con gli uomini contati e in parte in forma non perfetta, con molti volti nuovi, ma che ha già un'idea di gioco e mostra forza fisica e qualità adeguate per disputare un campionato di buon livello.
Il Pordenone, squadra organizzata e aggressiva, si rende pericoloso nella prima parte del tempo con i suoi avanti Diaw e Ciurria, molto mobili e fastidiosi, che creano qualche interessante occasione e non pochi grattacapi ai due centrali giallorossi. Si segnalano soprattutto le incursioni di Diaw, veloce e imprevedibile, che mettono in crisi almeno inizialmente (al 15' e al 20') Meccariello. I tentativi degli ospiti trovano Gabriel sempre molto reattivo, come eravamo abituati a vederlo nello scorso campionato, e anche più sicuro e autoritario nella propria area in uscita sui palloni alti. Il Lecce subisce inizialmente, cerca e trova le misure tra i reparti e comincia a mettere in luce l'esperienza e l'affiatamento della vecchia guardia: sempre più sicuri e pronti con il passare del tempo Lucioni e Meccariello, intraprendente sulla fascia Calderoni, ordinati in costruzione Majer e Petriccione. Con il passare dei minuti emerge anche il potenziale di alcuni dei nuovi acquisti, Henderson e Listkowsky soprattutto: il polacco appare molto ispirato e imprevedibile in alcuni assolo, senza timori reverenziali; in uno dei tentativi dei giallorossi, al 23', si libera da fuori area e colpisce con un tiro secco il palo alla destra del portiere nero-verde Bindi. Coda, altro nuovo arrivo subito disponibile, fa intuire le sue doti di animale d'area di rigore ma è troppo solo in avanti e non riesce a far male: sostituito prima della mezz'ora del secondo tempo, complice una panchina cortissima, dall'oggetto da tempo misterioso Dubickas, si fa comunque rimpiangere.
A cavallo dei due tempi e soprattutto nella prima parte della ripresa, il Lecce cresce in modo evidente in tutti i suoi uomini, eccezion fatta per un impalpabile Mancosu. I giallorossi si rendono veramente pericolosi in almeno due occasioni: nel primo tempo al 35' con Meccariello che in una fortunata incursione in area avversaria colpisce con tecnica da attaccante consumato dal vertice sinistro dell'area e sfiora la traversa con uno splendido tiro a giro; nella ripresa, al 5', con un tentativo di Henderson, sempre molto dinamico e concreto, che con un tiro a giro impegna severamente il portiere dei friulani. Anche il Pordenone per parte sua ha qualche sussulto, con il nuovo entrato Butic, e impegna Gabriel ancora in un paio di occasioni. La partita scivola però inesorabilmente verso il pareggio che, a conti fatti, appare lo specchio fedele delle forze in campo.
Probabilmente lo stesso Corini avrebbe voluto qualcosa di più, ma le difficoltà del Lecce in questo avvio sono oggettive: una rosa ancora incompleta, l'esigenza di inserire nei meccanismi i nuovi arrivati, un sistema di gioco per molti aspetti differente da quello dell'anno scorso ma nel quale alcuni reduci dell'esperienza di serie A sembrano ritrovarsi molto bene (a proposito, bello veder arrivare il Lecce con pochi passaggi nella metà campo avversaria!), altri inevitabilmente distratti o collocati ai margini per il protrarsi di un mercato particolarmente complesso.
Molte volte all'inizio di una nuova stagione il Lecce ha deluso o ha lasciato addirittura perplessi. Non è questo il caso, c'è piuttosto da essere ottimisti sia per l'esperienza di chi muove i fili delle trattative di mercato, che per le idee e la sobria competenza che stiamo scoprendo giorno dopo giorno in Eugenio Corini. Si può andare avanti con fiducia: e se proprio non dovrà essere un campionato avvincente e da protagonisti, vi sono tutte le premesse, per quello che consentirà il contesto sanitario, perché sia un campionato divertente.

(o-w.k.)