giovedì 22 ottobre 2020 I centimetri contano

Coda, Gabriel e Dermaku
Coda, Gabriel e Dermaku

Al 35' del primo tempo la Cremonese ha appena segnato il goal di un inatteso raddoppio sul terreno del Via del Mare. A quel punto, il Lecce ha subìto la bellezza di quattro gol in 90 minuti tra Brescia e l'impegno casalingo con i grigiorossi. Qualche minuto dopo Majer "il boscaiolo" si avventura in un improbabile disimpegno in dribbling a centrocampo superando due avversari che rubandogli palla avrebbero innescato una ripartenza forse letale per i padroni di casa. Questione di centimetri e il nuovo progetto Lecce sarebbe sprofondato in una crisi di identità molto problematica. Questione di centimetri (e di VAR) e il goal di Meccariello avrebbe portato al pareggio del Lecce a Brescia e forse la partita in terra lombarda avrebbe avuto una storia diversa. Questione di centimetri e la punizione di Gaetano si sarebbe forse infranta sulla barriera o persa a fondo campo senza ingannare Gabriel per il goal cremonese dell'1 a 0. Questione di metri, questa volta non centimetri, la scarsa reattività del reparto difensivo nell'accorciare su Valzania in occasione della seconda rete al 35', realizzata con un diagonale di sinistro molto preciso. Questione di centimetri, e l'incornata di Paganini nell'ultimo respiro del recupero sarebbe risultata imparabile per il portiere della cremonese e avrebbe regalato la prima (immeritata) vittoria casalinga.
Questa sequenza di frame ci dice che la partita con la Cremonese, come quella con il Brescia, la seconda condizionata da episodi più della prima, poteva avere un esito diverso; comunque anche in questo caso ha indicato che la squadra di Corini si trova al momento in un percorso di crescita promettente ma ancora gravido di incertezze e di interrogativi. Non c'è dubbio che il potenziale a disposizione del nuovo allenatore, in termini sia di ampiezza della rosa che di qualità tecniche e di alternative, appaia di tutto rispetto; è del resto possibile che la ricerca dell'equilibrio sia solo questione di tempo, tanto per l'esigenza di operare una scelta sul modulo anche in funzione degli attori a disposizione, quanto perché le qualità tecniche e dinamiche di molti dei nuovi non si traducono ancora completamente in valore aggiunto per una squadra ancora solo immaginata.
Quello che è certo è che il Lecce in potenza ha un ottimo organico (con citazione speciale per Gabriel, in grande crescita e fondamentale per efficacia e sicurezza), certo in serie B come quasi nessuno, cui vanno concesse fiducia e pazienza, perché come tutte le protagoniste non è una "invincibile armata". L'esperienza di tifosi e di appassionati dei colori giallorossi, di tutti noi, ci dice anzi che nella serie cadetta la distanza tra un campionato di eccellenza e uno di mediocrità è veramente minima.
D'altro canto, due aspetti devono tranquillizzare: da un lato l'evidenza che quello di serie B al netto di evoluzioni imprevedibili dovute alla pandemia, è un campionato lungo in cui gli esiti e le posizioni finali normalmente si definiscono con l'inizio della primavera; dall'altro la circostanza che quasi tutte le squadre che erano chiamate a recitare un ruolo di primo piano (Brescia, Spal, Monza) non marciano certamente a pieno regime e quindi non rendono particolarmente pesanti i punti che in questo avvio del campionato il Lecce non è riuscito a raccogliere.
Vi è poi un problema di scelta dei singoli e della loro collocazione nello scacchiere tattico: chi scrive nutre ancora molti dubbi sulla insostituibilità del figliol prodigo, un giocatore "pressappoco" che gioca a sprazzi e talvolta sconsideratamente fa più danno del contributo che dovrebbe apportare (suo l'inutile fallo che ha portato alla punizione goal di Gaetano); così come molte sono le perplessità verso chi ritiene Meccariello l'ultimo dei centrali da schierare per qualità e rendimento. Poi ci sono le molte incognite da risolvere, che sono oggettive: quali sono i ruoli più efficaci per Falco e Mancosu, i nostri "gioiellini"? Stepinski è un La Mantia che deve solo trovare fiducia e condizione? Meglio la tecnica di Zuta o il dinamismo di Calderoni sulla fascia?
Ci sono buone ragioni per guardare serenamente alle prossime partite e lasciare che Corini, che si dimostra uomo saggio ed pacato, sappia trovare, anche con l'aiuto di un uomo navigato come Corvino, le giuste misure degli equilibri che possono regalarci un Lecce solido, e al tempo stesso spumeggiante e prolifico. Ci sono buone ragioni per aspettare che, in tempi fisiologici, gioco e risultato corrispondano alle tante attese che la nuova gestione tecnica ha giustamente alimentato.

(o-w.k.)