venerdì 30 ottobre 2020 Solo due colori

Filippo Falco, 100 partite e 15 gol col Lecce
Filippo Falco, 100 partite e 15 gol col Lecce

Nella maggior parte delle situazioni in cui si manifestano i sentimenti contano le sfumature: nelle relazioni amorose o amicali, nei rapporti familiari e talvolta anche in quelli di lavoro. Ma quando si tratta di tifo, di passione per una squadra che spesso attraversa una vita, il sentimento non ha sfumature, nel nostro caso ha soltanto due colori.
Ecco perché la vicenda Mancosu prima e poi quella di Tachtsidis e infine, da ultimo quella di Falco non dovrebbero scalfire le certezze di una tifoseria. Certamente queste tre vicende sono simili per molti versi, al fondo c'è sempre un tema di valutazione economica, di valorizzazione di una prestazione, riferita comunque a persone, con il loro carattere e le loro debolezze, e che, per giunta, hanno comunque di fronte un periodo lavorativo a breve, mai come oggi, relativamente incerto. Queste vicende occasionali si inseriscono in uno scenario pieno di incognite, e in una condizione di incertezza collettiva che colpisce tutti noi, che spesso ha delle ricadute economiche importanti sulla gente normale, che in qualche misura depotenzia le capacità di giudizio di ognuno, e probabilmente degli stesi protagonisti delle vicende ricordate. Non sappiamo poi cosa sia veramente avvenuto dietro le quinte: tutti noi, e quindi anche la società e la squadra, scontiamo il trauma di una retrocessione e la discontinuità determinata dalla nuova guida tecnica. Non si può escludere che il "metodo Corvino" sia più brutale e per certi versi meno capace di diplomazia di quanto non lo fosse l'approccio del precedente direttore sportivo. D'altra parte anche la rigidità, così come la flessibilità nel rapporto con "ragazzi in mutande" che tirano calci a un pallone, può avere vantaggi e risvolti negativi. Credo che ragionevolmente e per molti di noi, da antichi frequentatori dei gradoni del Via del Mare, sia del tutto normale accettare questa come una fase di discontinuità e di piccole turbolenze. Ecco perché mai come in questo momento dovremmo circoscrivere i giudizi negativi verso chi è così poco attento alla nostra sensibilità di tifosi, in qualche modo anche giustificarli, proprio per concentrarci su quello che conta: soltanto due colori.
Il calcio giocato delle ultime due partite, prima a Cosenza e poi in Coppa Italia con il Torino, ha mostrato ancora una volta molte luci e pochissime ombre e quindi dà ragione al progetto Lecce e, soprattutto alla visione e all'equilibrio di Eugenio Corini, che stiamo imparando ad apprezzare in questi mesi. Se guardiamo a mente fredda le prestazioni di Cosenza e, a maggior ragione, quella di Torino, possiamo senz'altro concludere che al di là della presenza in campo della vecchia guardia o degli incerti, il Lecce ha una sua fisionomia: gioca un bel calcio, apprezzato anche dalla critica, se si può parlare di critica nel caso dei commentatori domenicali, ha delle ottime giovani individualità che si affiancano a giocatori di esperienza. Quello che fa la differenza in questo momento sono veramente gli errori individuali: quello di Coda dal dischetto e quello incredibile di Stepinski, qualche amnesia di Meccariello e Lucioni, nella circostanza per fortuna non letali, le carenze di Rossettini, poco abituato al clima partita in questi ultimi mesi.
Sull'altro piatto della bilancia c'è una grande capacità di far gioco, di arrivare sotto porta, dove forse mancano ancora la rapidità e la cattiveria, prima ancora che la precisione per ottenere più gol, in definitiva un calcio divertente che può essere in prospettiva produttivo e per il quale siamo certi la squadra stia mettendo a punto i propri schemi, si spera, progressivamente, rinunciando a specchiarsi troppo nell'estetica della giocata.
Non dobbiamo infine dimenticare che la nostra passione, la nostra attenzione, anche le nostre arrabbiature e il nostro disappunto per un errore individuale o per una partita che avrebbe potuto avere un esito diverso potrebbero essere vanificate dall'assurdità delle decisioni che stanno già condizionando in modo significativo questo campionato come accaduto per il precedente. Si tratta di decisioni che travalicano l'ambito sportivo e talvolta lo mettono addirittura in discussione (come nel caso della "non partita" Salernitana-Reggiana) e che certamente falseranno in molti casi i risultati sportivi e forse gli esiti finali del campionato, se mai si concluderà. Ecco perché non vale la pena amareggiarsi né per le bizze dei nostri campioncini né per un risultato inferiore alle attese. La società e la squadra navigano comunque in acque insidiose, certamente al di là dei loro indubbi meriti, ed è per questo che mai come ora le sfumature non contano quanto invece appaiono importanti i colori giallo e rosso.

(o-w.k.)