sabato 19 dicembre 2020 Buio pesto

Gabriel, l'unico a salvarsi nel match col Pisa
Gabriel, l'unico a salvarsi nel match col Pisa

Stavolta è d'obbligo cominciare da un elogio dell'avversario, il Pisa, squadra bene organizzata, combattiva e dotata di qualità e coraggio. I toscani hanno insegnato al Lecce come si dovrebbe giocare ogni partita in un campionato incerto ed equilibrato come quello di B, e il Lecce ha mostrato a sé stesso, specchiandosi nella sua vanità e nella sua pochezza di idee e carattere, come si possono smentire clamorosamente le premesse di un buon campionato se si allenta anche di poco la tensione agonistica.
Già dall'avvio è stata chiara la differenza tra le due squadre e il risultato finale appariva scritto: il Pisa ha giocato con compattezza e spirito di gruppo, difeso con intelligenza e pulizia e colpito con precisione. Di fronte il Lecce si è presentato dai primi minuti come una squadra lenta, sfilacciata, a tratti supponente e incapace di idee brillanti. Male l'assetto difensivo, con Calderoni più propenso a spingere in modo ostinato, ma senza costrutto, e Adjapong impalpabile; lento al limite dell'inerzia nel creare gioco, troppo morbido nei contrasti e in definitiva incerto il resto della squadra, dove né Falco né Listkowski hanno fatto mostra della loro supposta superiorità tecnica.
E' vero che la fase difensiva non è mai stata la prerogativa di questa squadra, e che se vuoi ignorare questa carenza devi essere sempre capace di inventare qualcosa davanti e metterla in porta una volta di più dell'avversario. Questa volta però il modo in cui i goal sono stati subiti metterebbe i brividi al più inguaribile degli ottimisti: dopo soli due minuti dal fischio di inizio un lancio della difesa pisana trova Soddimo liberissimo di controllare approfittando di un orrido mancato intervento di Meccariello. Al 17', difficile tentativo di controllo di Tachtsidis a centrocampo: nel velleitario tentativo di scavalcare il suo diretto avversario, il greco lascia una ripartenza agevole al Pisa; bel controllo e splendido tiro a baciare il sette di Gucher da fuori area, dopo aver evitato un debole tentativo di contrasto del rientrante Henderson, ragazzo volenteroso e di gamba, ma certo privo di grandi doti difensive.
Il Pisa ha sempre giocato da squadra e, una volta conseguito il doppio vantaggio, si è giustamente ricompattato nella sua metà campo ed è ripartito quasi sempre in modo micidiale, anche nel secondo tempo: al 23' Sibilli, subentrato a Gucher, ha seguito con convinzione un'azione di attacco e, sotto lo sguardo della retroguardia giallorossa, ha piazzato un tiro potente dal limite dell'area superando Gabriel per la terza volta. La squadra di D'Angelo ha fatto una signora partita portandosi a casa il risultato con pieno merito: chi avrebbe dovuto tenere sin dall'inizio in mano le redini del confronto (il Lecce) ha continuato a sgambettare in campo quasi abulico senza una idea chiara su come risalire la china.
Possiamo ironizzare quanto vogliamo sulle squadre di media-bassa classifica schierate in dieci dietro la linea della palla, e anche sulle squadre "brutte, sporche e cattive" che però in qualche modo restano aggrappate alle posizioni di testa: Il Lecce ha, lo si sapeva, limiti nella fase difensiva che probabilmente non sono solo tecnici, legati agli uomini, ma anche alla scelta di privilegiare un gioco di costruzione e di qualità. Talvolta però questo non basta ad avere ragione di difese arcigne o anche solo "disperate", che imparano a conoscere l'avversario con il succedersi delle partite. Quando poi nemmeno la qualità si vede, come oggi, è buio pesto. Rimettiamo insieme i cocci, ché martedì si ricomincia.

(o-w.k.)