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domenica 14 febbraio 2021 Un abbraccio che sa di futuro

Il Lecce batte la Cremonese di misura con una prestazione non del tutto impeccabile ma certamente convincente per ardore agonistico e qualità del gioco, e mette in secondo piano discussioni e dubbi su veri o presunti infortuni e su malumori, discutibili o meno, all'interno dello spogliatoio.
I presenti hanno avuto ragione e hanno onorato la maglia come si chiede ad ogni giallorosso, a prescindere dall'età anagrafica, dalle gerarchie tecniche e, in definitiva, anche dal risultato. Dopo una serie di prestazioni opache, Corini questa volta non delude nelle scelte di formazione, finalmente indirizzate in modo chiaro a valorizzare il cosiddetto "progetto": dà spazio dall'inizio a Rodriguez e ne viene ampiamente ripagato, assegna a Gallo la responsabilità della fascia sinistra, si affida addirittura a Henderson come trequartista, con risultati apprezzabili ma certamente migliorabili, ed arriva addirittura a rimettere in circolo gli ormai dimenticati Pettinari e Maselli.
Insomma, tante novità da non credere ai propri occhi, che sortiscono l'effetto sperato di tornare alla vittoria. E' vero che il Lecce, come da copione, va sotto dopo appena sette minuti "affondato" da un errore, ancora una volta evitabile, di Majer in ripartenza, che consente ai lombardi di verticalizzare in area leccese e a Gaetano di freddare Gabriel. Ma da quel momento il Lecce si scuote e, pur subendo almeno per i primi 20 minuti il pressing alto e la corsa dei grigiorossi, prende progressivamente il comando del gioco e conquista spazi a centrocampo con l'obiettivo di imporre la sua maggiore tecnica. Così si vede anche un accenno di quel pressing alto che aveva caratterizzato le prime partite di questa stagione, forse grazie anche al dinamismo del centrocampo leccese e al movimento dell'ipercinetico madridista, ma si nota soprattutto una maggiore volontà di cercare la porta, accompagnata da buone trame di gioco. Il risultato è che da una punizione battuta al 30' sulla tre quarti, Rodriguez si può liberare sul lato sinistro dell'area cremonese per lasciare partire un cross che viene deviato in porta da Castagnetti.
Andato al riposo sul pareggio e recuperata anche mentalmente una partita che si immaginava totalmente alla sua portata, il Lecce nella ripresa si impone con maggiore convinzione e colpisce ancora al 10' dopo una serie di occasioni favorevoli al termine di un'azione insistita in area di rigore. Questa volta l'esecuzione di Rodriguez è nitida e da incorniciare: lo spagnolo raccoglie una ribattuta dal lato destro dell'area e scarica un tiro secco e preciso che il portiere avversario può solo vedere insaccarsi nella propria rete.
Corini prima dà spazio a Pettinari, poi progressivamente blinda la squadra con l'entrata, tra gli altri, di Pisacane e Maselli per rispondere ai cambi offensivi di Pecchia. Dal vantaggio in poi il Lecce subisce il ritorno della Cremonese ma tiene bene il campo sebbene si ritrovi talvolta schiacciato dagli avversari negli ultimi trenta metri, prova alcune ripartenze che potrebbero essere letali e che mettono più volte Pettinari e Björkengren nelle condizioni di chiudere la partita ma è costretto a difendere il vantaggio minimo e a reggere l'urto degli avversari fino al 94', anche con un paio di brividi di troppo.
Alla fine il Lecce porta a casa un risultato che premia l'"onda verde" schierata in campo, sotto la guida quasi paterna di un ottimo Lucioni e di un generoso Meccariello, e che, soprattutto, tiene il Lecce agganciato al treno dei play-off dopo un periodo di navigazione tra le nebbie.
Di fronte a un risultato che doveva essere scontato sulla carta, e invece quasi entusiasma, sarebbe facile enfatizzare la partita di Rodriguez, ancora una volta a segno in modo implacabile, o la sempre raffinata tecnica di Coda, ormai più assistman che risolutore, piuttosto che la forza e la convinzione che mostrano di avere i nuovi acquisti partita dopo partita più.
Ma in realtà per chi scrive questo è un successo di Corini: forse è a quest'uomo che dovremmo dedicare stavolta un omaggio particolare. Un allenatore preparato, mai sopra le righe, soprattutto una persona per bene, qualità che a Lecce è particolarmente apprezzata, che ancora una volta ha mostrato di saper tenere la barra dritta anche di fronte a qualche "inconveniente" di troppo. Non dimentichiamo che Corini è arrivato praticamente a ridosso del breve ritiro estivo, ha dovuto fare i conti con sobrietà con i malumori di quella che abbiamo sempre ritenuto la parte qualitativamente migliore dell'organico, impegnarsi pazientemente nell'inserimento di una serie di nuovi acquisti in una sorta di torre di Babele tecnica e linguistica e, come se non bastasse, ha vissuto l'esperienza certo non felice del Covid.
Eppure il Lecce è lì, capace ancora di lottare e di trascinare l'entusiasmo dell'ambiente attraverso un campionato molto difficile e particolarmente equilibrato con Corini che ha mostrato oggi di avere ancora molte carte da giocare nel suo mazzo. E allora godiamoci questa vittoria, per quanto logica potesse essere, godiamoci il garbo e la dedizione del suo mister e soprattutto quello splendido abbraccio collettivo a fine partita che dovrebbe essere il simbolo del Lecce del futuro.