martedì 18 maggio 2021 Lecce, a che gioco giochiamo?

Venezia-Lecce: il gol decisivo di Forte
Venezia-Lecce: il gol decisivo di Forte

Dopo aver chiuso in modo disastroso il finale di stagione con un filotto di quattro sconfitte, Il Lecce va a Venezia per la prima semifinale dei playoff di serie B e, se non viene proprio preso a pallonate, per lunghi tratti è strapazzato da una squadra già reduce da 120 minuti tiratissimi con il Chievo, ma pimpante e aggressiva come non mai.
Da un lato abbiamo visto undici uomini, quelli di Zanetti, convinti, tecnicamente attrezzati e consapevoli dell'importanza del match; dall'altro una squadra, quella giallorossa, sulla carta ricca di talento e di esperienza, che assiste quasi rassegnata e abulica a una lezione di calcio e di agonismo e incapace di imbastire una reazione di personalità, pressoché miracolata per tutto il primo tempo nonostante i pericoli portati alla porta di Gabriel, ancora una volta decisivo in almeno due occasioni. Il numero di corner collezionati dal Venezia e i tiri totali dei lagunari alla fine del primo tempo dicono una sola cosa: Lecce non pervenuto e di fatto inconsapevole della posta in gioco. Né si può dire che la squadra abbia giocato speculativamente per il risultato di parità: si sarebbero visti più cinismo, più cattiveria. Invece i giallorossi hanno perso sistematicamente ogni contrasto, sono apparsi spesso in ritardo sui recuperi e sulle seconde palle, in affanno sugli strappi degli avversari.
Il Lecce è rientrato in campo nella ripresa con maggiore equilibrio, esauritasi la foga dei padroni di casa, pur subendo subito (2'), e giustamente, il goal del solito Francesco Forte. Certo, stupisce nel rivedere l'azione che sia Hjulmand l'unico a tentare di contrastare alla disperata il centravanti avversario in piena area... Come accade ormai regolarmente da qualche tempo il Lecce si sveglia "a modo suo" dall'incantesimo e reagisce allo svantaggio, nemmeno tanto convintamente quanto richiederebbe il momento della stagione, ma quasi mai si rende pericoloso. Stepinski è del tutto assente dall'area avversaria, Coda e Mancosu continuano nel loro gioco disordinato e privo di nerbo, inesistenti risultano gli uomini subentrati dalla panchina (Yalcin e Nikolov i più deludenti). Soltanto Henderson, come sempre vivace ed encomiabile per impegno e dinamismo, porta qualche preoccupazione alla difesa veneta.
Misteri del calcio: una squadra che era stata brillante e a tratti irresistibile nella parte centrale della stagione, che aveva in tasca la promozione diretta per essersela guadagnata sul campo, è ora in caduta libera da settimane, e, in modo quasi irritante, arriva a giocarsi l'ultima chance dell'anno più come un fastidioso contrattempo che come una ottima, concreta opportunità. Se non fosse irragionevole pensarlo, il Lecce delle ultime settimane, a partire dal suo allenatore, sembrerebbe una squadra che "gioca contro". Contro cosa non è chiaro, ma certamente contro il nostro amore smisurato e la nostra più grande passione per la maglia: una maglia, oggi, con dentro nessuno.

(o-w.k.)