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venerdì 20 agosto 2021 Ripartire con entusiasmo

Siamo ormai all'inizio di una nuova stagione: si riparte e finalmente le chiacchiere stanno a zero.
E' da credere che la maggior parte dei tifosi non abbia del tutto smaltito delusioni e perplessità del finale di stagione e possiamo immaginare che sia lo stesso per società e reduci della rosa. Anche a mente fredda il "miracolo al contrario" della finale sfumata per un tiro dal dischetto lascia increduli, a ripensarci.
La partita di Coppa Italia a Parma ha contribuito però a riaccendere qualche prudente ottimismo. Le certezze vengono dalla vecchia guardia, da Coda e Hjulmand su tutti, ma anche da un Paganini che sembra aver trovato una collocazione negli schemi di Baroni e che potrebbe essere un valore aggiunto per favorire l'inserimento dei tanti giovani scovati nei campionati europei "minori".
L'esordio di Coppa, per tradizione mai benevolo con i giallorossi, ha anche sollecitato qualche aspettativa mai sopita: ad esempio, la possibilità che Vera si ritrovi, finalmente, e si ricordi di essere stato una promessa, e che il nuovo arrivato Strefezza sia in grado di portare quel dinamismo e quella imprevedibilità che ultimamente sono mancati al Lecce.
La partita di Parma, di fronte a un avversario ancora lontano anche da una idea di squadra, ha anche mostrato due qualità del nuovo Lecce: molto pressing, centrocampo di quantità più propenso a sostenere la fase difensiva, transizioni offensive verticali e più rapide rispetto al passato. E', comunque, un Lecce tutto da scoprire: diverse sono le "scommesse" della "strana coppia" Corvino-Trinchera, ma confortanti, per il momento, i punti fermi del progetto, da Gabriel a Coda.
Non possiamo trascurare alcuni aspetti. In primo luogo il dato di fatto che il budget era quest'anno di necessità molto contenuto e che si è giustamente deciso di investire soprattutto sul rinnovamento. Non ci stupiremmo se questa situazione portasse ad altre partenze eccellenti a fronte di interessanti contropartite, oltre a quella annunciata e dolorosa di Mancosu.
Sono state anche guardate con perplessità alcune scelte di assetto tecnico, come lo stesso inserimento di Trinchera e, in generale, l'impronta "ingombrante" dei Corvino nella gestione del mercato. Ma in meccanismi così opachi e spesso ai confini del lecito come quello dei contratti dei giocatori e delle procure, a parere di chi scrive, le scelte strategiche del Lecce appaiono sin troppo trasparenti e i soggetti coinvolti per niente sprovveduti per non immaginare che le soluzioni siano comunque le migliori per la società e per la squadra.
Le valutazioni vanno fatte a giochi chiusi e a oggi la gestione societaria, con Meluso o Corvino, è ampiamente positiva e superiore alle aspettative: due promozioni consecutive, una terza mancata per fattori "inspiegabili", una retrocessione che poco ha avuto a che vedere con meriti e limiti del Lecce.
Una ulteriore considerazione riguarda il campo delle contendenti: le antagoniste sono ancora più attrezzate e agguerrite rispetto a un anno fa e almeno dieci squadre, ai nastri di partenza, e beninteso sulla carta, sono accreditate per la promozione; per le scelte fatte il Lecce va collocato in seconda fascia.
A volte tuttavia il blasone conta, anche nella serie cadetta, e a Parma si è visto. E' importante che lo sentano i nuovi arrivati, come sembra lo abbia subito avvertito chi, come Hjulmand o Gallo, ha lottato e impressionato l'anno passato. Che la passione riparta, dunque, le condizioni ci sono tutte.