venerdì 03 dicembre 2021 La bellezza di giocare da Lecce

Gargiulo esulta dopo il gol alla Spal
Gargiulo esulta dopo il gol alla Spal

Chi palpita per i colori giallorossi negli ultimi anni ha assistito a partite spesso molto avvincenti, talvolta non esaltanti, ma che hanno (quasi) sempre onorato il gioco del calcio. Il Lecce di Baroni, tuttavia, rispetto alle squadre che abbiamo ammirato di recente ha di sicuro qualcosa in più, è più capace di divertire e di esaltare. Anche quando in qualche occasione, nelle ultime settimane, ha avuto prestazioni al di sotto delle aspettative la squadra non ha mai deluso per determinazione, inclinazione a creare gioco e a dare spettacolo. È stato così qualche giorno fa con la Ternana in casa, dove il risultato pieno è sfuggito per occasionali disattenzioni, ed è stato spettacolo anche sul campo della Spal con un Lecce che si è dimostrato squadra autoritaria e capace di giocate di qualità soprattutto ad opera di un galattico Strefezza.
A Ferrara il Lecce ha preso subito in mano il pallino del gioco e si è imposto dai primi minuti del confronto. È confortante e a tratti entusiasmante vedere la squadra occupare gli spazi, disegnare calcio il più delle volte palla a terra con un efficace utilizzo delle fasce (questa volta Gallo e Gendrey hanno certamente dato più dinamismo e sicurezza rispetto agli esterni di difesa schierati nella partita contro gli umbri). È confortante soprattutto vedere una squadra che non ha paura di giocare per vincere, su tutti i campi, in casa o in trasferta, e che ha nel goal e nella supremazia tecnica e di risultato gli obiettivi primari.
Il gol di Gargiulo al 23' è stata la logica conseguenza di questa mentalità: Olivieri conclude a rete dopo una bella ripartenza e l'ex Cittadella si avventa sulla respinta del portiere incuneandosi tra due difensori della Spal. Dopo il vantaggio il Lecce si rilassa quel tanto che basta da portare a un errore da matita blu di Hjulmand che consente a Colombo di arrivare in area leccese e siglare il pareggio.
L'equilibrio nel punteggio non corrisponde tuttavia alle forze sul terreno. Anche nella ripresa il Lecce controlla il gioco e fa la partita. Le magie di Strefezza, ex rispettoso della sua vecchia tifoseria, fanno però la differenza: prima, al 51' il brasiliano sfrutta un rimpallo e indovina un tiro da fuori di prima intenzione che si infila sotto la traversa di Pomini, e poi chiude il conto al 77' con una delle sue classiche rasoiate a filo d'erba. Con i cambi (fuori Olivieri e Di Mariano per la coppia Coda-Rodriguez) la pressione del Lecce non si riduce; molte ripartenze, alcune clamorosamente sprecate, e un palo pieno di Rodriguez certificano i meriti dei giallorossi e deliziano i trecento tifosi che hanno sostenuto la squadra senza sosta per 95 minuti.
Inutile chiedersi dove sarebbe il Lecce senza i punti lasciati per strada in alcune partite. E' importante vedere una continuità di atteggiamento e di risultati, la consapevolezza di una forza e di una solidità di squadra ormai acquisite, tutti elementi sanciti da una striscia positiva ora molto consistente, che come è normale prima o poi si interromperà. Il calcio è imprevedibile e spesso il successo o il "fallimento" di un progetto poggiano su fattori molto labili, spesso non prevedibili, come l'errore del singolo o la valutazione arbitrale; ma è difficile pensare che un risultato negativo possa metter in crisi gli oliati meccanismi di questo Lecce, per quello che si è visto fino a oggi nell'idea di gioco e nell'applicazione dei singoli. Sarà anche il gioco più bello del mondo, ma con questo Lecce sembra ancora più bello.

(o-w.k.)